“L’albero delle noci sta davanti casa mia. Lo osservo sempre quando mi frulla qualcosa in testa, anche perché da anni sono convinto che sia lui a suggerirmi le canzoni che scrivo“, ha raccontato Brunori SAS in un’intervista. E non potrebbe esserci punto di partenza migliore per analizzare un disco in cui l’autore ti prende per mano e ti porta a spasso nel suo mondo.
Brunori SAS, nome d’arte di Dario, con L’albero delle noci firma un disco che parla di vulnerabilità, transizione e consapevolezza. Ogni brano è un racconto che si svela lentamente, ricco di immagini poetiche e riflessioni esistenziali, ma anche di una certa ironia che smorza la gravità di alcuni temi.
Tenetevi forte, dunque, perché il viaggio in direzione Cosenza sta per partire. Andremo infatti a posizionarci davanti l’albero delle noci per provare ad analizzarlo in ogni sua sfumatura.
Se non ci conoscessimo, sono Corrado Parlati e questo è MentiSommerse.it, un magazine ribelle, un rifugio virtuale dove ti racconto le storie più belle legate al mondo della musica.
L’ALBERO DELLE NOCI – LA RECENSIONE TRACK BY TRACK DEL NUOVO ALBUM DI BRUNORI SAS
“Per non perdere noi” è l’apertura perfetta per un album così intimo: ti catapulta alla fine di un periodo di crisi per un amore tenuto in piedi quasi con ostinazione, in un momento storico in cui è sempre più facile e frequente voltare pagina. Tra silenzi per non ferirsi, parole rimandate e baci per tornare, il protagonista giunge a una conclusione secca: “Siamo stati due eroi a non perderci, noi“.
“L’albero delle noci” è un piccolo capolavoro di poesia e consapevolezza. “Sono cresciute veloci le foglie sull’albero delle noci” è una metafora potente per il tempo che scorre inarrestabile, mentre “E a tutta questa felicità io non mi posso abituare perché conosco il sogno del faraone, le vacche grasse e le vacche magre” racchiude la paura di chi sa che la gioia più grande porta con sé anche la fragilità più assoluta. Brunori canta il legame tra genitori e figli, tra passato e futuro, tra chi eravamo e chi stiamo diventando. E lo fa con parole che arrivano dritte all’anima.
La canzone libera tutto il suo enorme potenziale poetico nelle metafore della seconda strofa: “Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele” fa riferimento alla scirubetta, un sorbetto poverissimo ottenuto mescolando la neve al miele, che si fa metafora di una realtà complessa, fatta di sofferenza ma anche di dolcezza, di contraddizioni che convivono. Quella in cui, con un chiaro riferimento alla Passione, le persone buone portano in testa corone di spine. La vita che si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane è invece un’immagine fortissima che sottolinea la precarietà dell’esistenza. L’arrangiamento è essenziale ed elegante: non servono artifici o sovrastrutture, perché ogni nota è funzionale al racconto, ogni suono amplifica la sincerità delle parole.
La Ghigliottina è un brano che mette al centro le contraddizioni della società contemporanea e la crisi del maschio etero bianco, accentuata quanto mai negli ultimi anni. Con un’ironia tagliente, la canzone narra le vicende di un’umanità disorientata, intrappolata tra nostalgia del passato e confusione del presente. Il ritornello è un grido di vuoto emotivo: “E sempre d’amore si canta, ma poi l’amore dov’è?”, un mantra che smaschera l’illusione collettiva. E mentre la ghigliottina si abbatte sulle certezze, resta una domanda amara: “Cosa bisogna cantare, oggigiorno?”
La vita com’è è il manifesto dell’accettazione, il brano che sposta il focus dal pensiero astratto alla realtà concreta. Brunori Sas ci mette di fronte a un paradosso esistenziale: il tempo scorre, ci impone di guardare avanti, ma cosa succede se perdiamo di vista il presente? “Avere vent’anni o cento non cambia poi mica tanto, se non riesci a vivere la vita com’è”, canta con una lucidità disarmante. È un invito a rallentare, a smettere di sentirsi in ritardo, a riconoscere che il viaggio è fatto di dettagli, non di traguardi. Perché la vita non è solo il tempo che passa, ma il modo in cui scegliamo di abitarlo.
“Pomeriggi catastrofici” è il racconto di una classica domenica pomeriggio di provincia, soprattutto al Sud, vissuta sul divano con una radiolina in una mano e un bicchiere di Cynar nell’altra; il miraggio di un’edicola Topolino, figurine e Dylan Dog, la casa degli zii e Anna, la cugina più bella, volata su una stella e mai più ritornerà. È un brano in cui emerge tutta la capacità di Brunori di portarti nella sua personale dimensione, con un’ironia che, accompagnata al ritmo più sostenuto del brano, alleggerisce tutto.
Il morso di Tyson a Holyfield diventa la metafora perfetta per raccontare un amore che si sgretola, una lotta in cui si finisce per ferire pur di non perdere. Brunori trasforma uno degli episodi più controversi della boxe in un simbolo di frustrazione e resa, un gesto estremo per fermare il tempo e trattenere qualcosa che sta per sfuggire. Ma, proprio come nel ring, l’amore non si può vincere con un colpo proibito, e il tentativo di aggrapparsi a ciò che non c’è più lascia solo il sapore metallico della sconfitta.
Fin’ara luna è scritto interamente in lingua calabrese e rappresenta uno dei momenti più delicati dell’intero disco: una dedica a Maria che non c’è più. “E ogni notte prego ‘u Padre Eterno, ca si pigghiassa pure a vita mia, ca tanto io senza i tia un ci pozzu sta’”. Un amore che vince anche la morte, in cui – almeno per chi vi scrive – si può rivedere un sentimento simile a quello del vecchietto che cammina con un bastone da solo, vicino a un porto, in “Cammina cammina” di Pino Daniele, pensando alla sua Maria.
Più acqua che fuoco mette in risalto le due facce dell’amore, dal sentimento alla tensione erotica, e arriva a una conclusione per cui l’amore è più acqua che fuoco, perché il desiderio tende a scemare. Perchè Il desiderio dura un istante, l’amore è una cosa devastante. Il cambio di passo segna un’accelerazione interessante nella tracklist del disco.
“Luna nera” è un piccolo frammento di poesia urbana. Nella prima strofa viene descritta con un linguaggio familiare e intimo, quasi come fosse una donna (“Quanto sei bella stasera, luna”), che richiama l’idea di un’ammirazione quasi nostalgica, mentre la seconda strofa diventa più personale e diretta, con un cambio di registro che spezza la delicatezza iniziale per virare su un tono più terreno e confidenziale (“Ma quanto sei bona stasera, luna”).
Il protagonista cerca conforto nella luna, la invoca come un’amica, una confidente in un mondo che sembra aver perso il dialogo (“Che non mi parla più nessuno”). L’immagine della figlia che sogna l’America e non vuole più andare sulla luna è una metafora potente del disincanto generazionale: il sogno del passato, quello dello spazio e dell’esplorazione, è stato sostituito da un altro, più pragmatico e legato alla realtà materiale. “È il destino di ogni madre, è il destino di ogni padre” è una frase che racchiude un senso di ineluttabilità, di accettazione forzata della distanza che la vita impone.
La chiusura del disco è affidata a “Guardia giurata” in cui Dario affronta il tema della paternità, che ha dato la svolta definitiva alla sua vita. Alla guardia giurata Brunori racconta la sua corsa verso l’ospedale dove la piccola Fiammetta – la “fiamma” che risplende negli occhi di mamma del brano sanremese – sta per venire al mondo. “E poi i cieli si sono aperti / La Terra s’è fatta a metà / La luna ha baciato il sole / Il vento e la pioggia hanno fatto l’amore / E in una stanza d’ospedale, come la sera di Natale / Io, tu e tua madre, per tutta la vita / Con tutto l’amore“.
L’albero delle noci, dunque, è un disco dal quale emerge tutta la straordinaria personalità artistica di Brunori SAS, dalla profondità della scrittura alla leggerezza con cui essa va a braccio, senza tralasciare la necessaria dose di ironia, ma soprattutto, rimette al centro della scena la bellezza della parola, del linguaggio ricercato, della metafora da comprendere in un tempo non immediato.
A impreziosire il tutto, la produzione di Riccardo Sinigallia, che ha aggiunto un tocco di classe al disco.
Proprio come un albero che dà frutti stagionali, anche questo album cresce ad ogni ascolto, rivelando nuove sfumature. Un disco che segna un ritorno necessario per la scena musicale italiana.
BRUNORI SAS – I CONCERTI DELL’ESTATE 2025
Da marzo prenderà il via il BRUNORI SAS || TOUR 2025, prodotto da Vivo Concerti, con 8 date nei principali palasport italiani, mentre nei mesi di giugno e ottobre sarà poi protagonista di due speciali eventi LIVE CON ORCHESTRA: il 18 giugno al Circo Massimo di Roma, e il 3 ottobre all’Arena di Verona. L’albero delle noci continuerà a far godere dei suoi frutti anche nei mesi estivi, con le 13 date L’ALBERO DELLE NOCI TOUR ESTATE. Biglietti disponibili su www.vivoconcerti.com e nei punti vendita autorizzati.
BRUNORI SAS || TOUR 2025
Venerdì 14 marzo 2025 || Vigevano (PV) @ PalaElachem
Domenica 16 marzo 2025 || Firenze @ Nelson Mandela Forum – SOLD OUT
Mercoledì 19 marzo 2025 || Roma @ Palazzo dello Sport – SOLD OUT
Sabato 22 marzo 2025 || Torino @ Inalpi Arena
Mercoledì 26 marzo 2025 || Napoli @ PalaPartenope
Venerdì 28 marzo 2025 || Casalecchio di Reno (BO) @ Unipol Arena
Domenica 30 marzo 2025 || Assago (MI) @ Unipol Forum – SOLD OUT
Lunedì 31 marzo 2025 || Assago (MI) @ Unipol Forum
BRUNORI SAS || LIVE CON ORCHESTRA
Mercoledì 18 giugno 2025 || Roma @ Circo Massimo
Venerdì 3 ottobre 2025 || Verona @ Arena di Verona
BRUNORI SAS || L’ALBERO DELLE NOCI TOUR ESTATE
Sabato 28 giugno 2025 || Codroipo (UD) @ Villa Manin
Martedì 1 luglio 2025 || Collegno (TO) @ FLOWERS FESTIVAL c/o Parco della Certosa
Sabato 5 luglio 2025 || Pistoia @ PISTOIA BLUES c/o Piazza Duomo
Venerdì 11 luglio 2025 || Genova @ ALTRAONDA FESTIVAL c/o Arena del Mare Porto Antico
Domenica 13 luglio 2025 || Cattolica (RN) @ Arena della Regina
Martedì 15 luglio 2025 || Fermo @ Piazza del Popolo
Giovedì 17 luglio 2025 || Salerno @ Piazza della Libertà
Venerdì 18 luglio 2025 || Bari @ LOCUS FESTIVAL c/o Fiera del Levante
Venerdì 1 agosto 2025 || Assisi (PG) @ SUONI CONTROVENTO c/o Rocca Maggiore
Domenica 3 agosto 2025 || Alghero (SS) @ FESTIVAL ABBABULA c/o Anfiteatro Ivan Graziani
Venerdì 8 agosto 2025 || Diamante (CS) Teatro dei Ruderi di Cirella
Domenica 10 agosto 2025 || Catania @ SOTTO IL VULCANO FEST c/o Villa Bellini
Sabato 23 agosto 2025 || Montesilvano (PE) @ MAREA FESTIVAL c/o Lungomare
Se sei arrivato fin qui, vuol dire che sei un vero appassionato di musica. Potrebbero allora interessarti anche gli approfondimenti dedicati al nuovo album di Gazzelle e la guida definitiva alle canzoni in gara a Sanremo 2025.