Il 2024 è stato un anno straordinario per Fabrizio Paterlini, un nome che oggi risuona tra i giganti della musica strumentale contemporanea. Con oltre 259 milioni di stream sulle piattaforme digitali e una platea globale che abbraccia 183 Paesi, il pianista e compositore mantovano continua a emozionare con un linguaggio musicale che unisce tradizione classica e modernità.
In questa intervista, esploreremo la sua capacità di trovare equilibrio tra l’intimità del piano solo e le sperimentazioni elettroniche, scopriremo i segreti dietro il successo di un artista indipendente e ci immergeremo nei suoi progetti più recenti, come Riverscape e Summer Stories. Fabrizio ci racconterà anche della sua visione artistica, della sua connessione con il pubblico globale e delle nuove sfide creative che lo attendono nel 2025.
La tua musica è spesso descritta come un ponte tra la tradizione classica e la modernità. Come riesci a mantenere l’equilibrio tra l’intimità del piano solo e le sperimentazioni più contemporanee, come quelle con l’elettronica?
La continua ricerca è ciò che fa si che questo “equilibrio” venga ottenuto. Ho passato molti anni allo studio del “suono” perfetto per il mio pianoforte e a come questo suono può interagire con altri strumenti. In particolare, l’uso dell’elettronica è per me un “colore”, cerco sempre di non abusarne.
Rimango consapevole del fatto che il mio linguaggio è quello che si esprime attraverso i tasti del pianoforte e questo mi rassicura sempre quando mi avventuro in sperimentazioni sonore.
Con 20 milioni di ascoltatori in 183 Paesi, la tua musica ha superato confini e barriere linguistiche. Cosa hanno rappresentato per te questi numeri e qual è, secondo te, il segreto del suo potere comunicativo?
Il potere comunicativo di questa musica è che fa da contenitore a sogni, speranze e ricordi di chi la ascolta.
L’assenza di ogni forma di testo, inoltre, la rende perfetta per questa “missione”: in tutto il mondo si ascolta musica strumentale, indipendentemente dalla nazionalità del compositore.
Credo che uno dei grandi meriti di questa musica sia la sua “immediatezza”, comunica senza tanti fronzoli con l’ascoltatore il quale si sente subito trasportato in una sorta di dimensione parallela.
“Riverscape” è un progetto che esplora il tema del fiume, una metafora ricorrente nell’arte. Come hai collaborato con Kristel Schneider per tradurre questa idea in un dialogo tra musica e immagini?
Quando Kristel mi ha chiesto di lavorare il fiume in musica, non sapeva che io abito a pochissimi chilometri dal fiume Po e che, abitualmente, le spiagge del fiume sono un posto che frequento con la famiglia. Quindi, i suoni, i rumori e i paesaggi di fiume sono per me più che usuali, direi che fanno parte del mio quotidiano.
Lavorare sul fiume è stato quindi un giusto tributo portato ad una parte consistente del mio vissuto e non dico sia stato semplice, ma sicuramente l’ispirazione per scrivere note su quel tema è stata costante e molto forte.
Nel 2016 hai fondato Memory Recordings, dimostrando che è possibile avere successo restando indipendenti. Vuoi raccontarci com’è nato questo progetto?
L’idea di fondare una etichetta è nata inizialmente per mettere ordine alle mie produzioni. Avendo deciso di abbracciare il percorso di musicista indipendente, era importante avere alle spalle una etichetta che potesse gestire sia i master che le edizioni della mia musica.
Poi ho voluto portare l’etichetta allo step successivo e ho deciso di pubblicare musiche di artisti (per lo più italiani) che suonano più o meno il mio genere.
L’idea di fondo è quella di mettere a disposizione di questi artisti la mia esperienza, spiegando loro le basi del diritto della musica, in modo da renderli consci dei contratti che firmeranno poi in futuro.
Nel 2024 hai raggiunto traguardi straordinari, con numeri impressionanti sulle piattaforme digitali. Come vivi il rapporto tra il successo misurabile attraverso gli stream e la dimensione più intima e personale della tua musica?
La chiave è non soffermarsi a pensare ai numeri: certo fa piacere e sono immensamente grato per i risultati ottenuti, ma in realtà quando mi siedo al pianoforte e inizio a lavorare in studio, non penso mai a quante persone la mia musica poi raggiungerà. Cerco solo di fare il meglio che posso, nel modo più onesto e trasparente possibile.
Facciamo un gioco e immagina di postare il tuo Wrapped: quali sono gli artisti più ascoltati da Fabrizio Paterlini nel 2024?
Credo che una volta “ripulita” la classifica dagli ascolti dei miei bambini più piccoli, troveresti al primo posto i Radiohead e una buona dose di rock anni ‘90!
Hai recentemente pubblicato “Summer Stories” e stai lavorando a nuove composizioni previste per il 2025. Cosa ci puoi anticipare su questo prossimo capitolo della tua carriera?
In primavera uscirò con un progetto del quale non anticipo nulla. E a partire da gennaio, inizio a lavorare con due cari musicisti (violino e violoncello) e starò a vedere cosa nasce da questa collaborazione.