Domenica 3 novembre, il Teatro Bellini di Napoli ha ospitato un omaggio sinfonico di rara intensità a Lucio Dalla, uno dei più amati e innovativi cantautori italiani. Dopo il successo del tributo orchestrale a Fabrizio De André, l’Orchestra Filarmonica di Benevento è tornata a Napoli per rendere omaggio a un altro “mostro sacro” della musica italiana. Diretta da Letizia Vennarini e accompagnata dalla voce di Leonardo De Stasio, l’orchestra ha condotto il pubblico in un viaggio sonoro tra i brani più iconici e le gemme nascoste del repertorio di Dalla, dimostrando una volta di più quanto sia profonda e attuale la sua eredità artistica.

Una scaletta tra classici e perle nascoste

L’esibizione si è aperta con Canzone, una scelta che ha subito richiamato l’anima poetica di Dalla, accompagnando il pubblico in un crescendo di emozioni. La scaletta ha alternato i brani più noti, come 4/3/1943 e Caruso, a brani meno conosciuti ma altrettanto potenti, offrendo una prospettiva completa sull’artista e il suo percorso. Ogni pezzo è stato arricchito da arrangiamenti sinfonici curati da Alessandro Verrillo, che hanno saputo restituire tutta la complessità e la profondità delle composizioni di Dalla, facendo emergere la sua formazione jazzistica e la sua innata capacità di mescolare diversi generi e influenze.

L’audacia poetica di Dalla e l’orchestrazione

Tra i momenti più intensi della serata, l’interpretazione di Disperato erotico stomp ha sottolineato l’audacia e la raffinatezza del cantautore, che ha saputo esplorare il tema dell’eros attraverso metafore e allegorie uniche nel loro genere. Anche in versione sinfonica, questo brano ha mantenuto il suo carattere provocatorio e poetico, dimostrando quanto la musica di Dalla sia in grado di mantenere intatta la propria forza espressiva anche in contesti orchestrali.

Un legame speciale con Napoli

L’omaggio a Dalla al Teatro Bellini ha rievocato il legame speciale che il cantautore aveva con Napoli, città che ha sempre considerato una fonte di ispirazione. In particolare, Caruso, eseguita in un “duetto virtuale” carico di emozione, ha rappresentato uno dei momenti più commoventi della serata. Con la sala immersa in un’atmosfera blu, grazie a un sapiente uso delle luci, il brano ha trasportato il pubblico in un viaggio di malinconia e dolcezza, in cui l’eco della voce di Dalla si è fatta presenza intangibile, quasi come un “fantasma” benevolo che, per una sera, è tornato a cantare per Napoli.

La sorpresa della serata: Gabriele Esposito

A sorpresa, sul palco è salito Gabriele Esposito, che ha offerto una performance potente e vibrante su alcuni dei brani più riflessivi e iconici di Dalla: Se io fossi un angelo, Cosa sarà e Ma come fanno i marinai. La voce di Esposito ha dato una nuova profondità alle domande esistenziali di Dalla, interpretandole con intensità e rispetto. In Se io fossi un angelo, Esposito ha messo in luce la continua ricerca di significato dell’artista, tra ironia e spiritualità, un tema caro a Dalla che, anche nella sua ironia, si è sempre posto in ascolto dell’invisibile e dell’indicibile.

Una serata memorabile per celebrare un genio visionario

Il concerto sinfonico dedicato a Lucio Dalla non è stato soltanto una celebrazione nostalgica: è stato un dialogo aperto e rispettoso con un’eredità musicale che ancora oggi continua a emozionare e a ispirare. La risposta entusiasta del pubblico del Teatro Bellini testimonia quanto la musica di Dalla sia radicata nell’immaginario collettivo e nel cuore dei napoletani. Questo tributo orchestrale ha permesso di ritrovare, per una sera, l’essenza di un artista che ha saputo raccontare la vita con tutte le sue contraddizioni, e che, come Napoli, è un simbolo di umanità, passione e poesia.

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