A Napoli, arte e vita si intrecciano in un gioco di maschere, colori e richiami senza tempo. E Tu si ‘na cosa grande, l’opera di Giuseppe Pesce, ne è l’emblema. Situata a pochi passi dal mare, l’installazione rivela subito un simbolismo che va oltre l’apparenza: un vestito vuoto e multicolore di Pulcinella, sospeso tra la città e il Mediterraneo. È come se quel costume, senza un corpo che lo abiti, raccontasse la vocazione accogliente di Napoli, una città che da sempre si apre al mondo e accoglie popoli, lingue e culture.

Guardando quest’opera, emerge un pensiero universale: quel vestito potrebbe essere indossato da chiunque, perché a Napoli anche l’estraneo diventa, almeno per un istante, parte della comunità. La città accoglie e trasforma chi arriva, con quella stessa generosità che le ha permesso di custodire la propria identità in un Mediterraneo sempre in movimento. E proprio come una madre che accoglie figli diversi, Napoli si è reinventata nel tempo grazie a queste contaminazioni, rimanendo “grande” anche per la sua capacità di cambiare senza perdersi.

Ma Tu si ‘na cosa grande non è soltanto un omaggio alla tradizione accogliente di Napoli: è anche una rilettura di uno degli stereotipi più noti, quello di una Napoli fatta di sola allegria, rappresentata dall’iconica maschera di Pulcinella. Giuseppe Pesce, in quest’opera, si allontana dall’immagine convenzionale, presentando un Pulcinella svuotato e sospeso, un simbolo che riecheggia la malinconia dietro la facciata giocosa. È lo stesso messaggio che ritroviamo nel lavoro di artisti come Roberto Colella e la band La Maschera, i quali utilizzano la maschera del teatro popolare per raccontare il lato malinconico di Napoli, quel dualismo intrinseco tra la voglia di vivere e la nostalgia.

L’opera di Pesce riesce così a provocare e a far discutere, proprio come l’arte contemporanea sa fare, giocando sul filo sottile tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che viene detto e ciò che rimane implicito. È quest’ambiguità a renderla così potente: chiunque la osservi può intravederci qualcosa di diverso, a seconda del proprio sguardo e del proprio vissuto.

Alla fine, Tu si ‘na cosa grande è un invito ad avvicinarsi, a lasciarsi ispirare da una Napoli che non smette mai di sorprendere e di reinventarsi. È un’opera che si fa specchio di una città unica, capace di esprimere la sua grandezza tanto nelle tradizioni quanto nella modernità.

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