Poké Melodrama (LaTarma Records, distribuito da ADA Music), il primo album di inediti di Angelina Mango, ha ottenuto oggi la certificazione disco d’oro, mentre l’EP Voglia di Vivere ha conquistato il disco di platino. Queste nuove importanti certificazioni arrivano a distanza di una settimana dal disco d’oro di Melodrama, il singolo che ha anticipato l’album Poké Melodrama.

Se il primo album rappresenta il biglietto da visita di ogni artista, Poké Melodrama è il ritratto perfetto delle due anime di Angelina Mango, in cui brani uptempo si mescolano a canzoni dalle quali emerge un forte dolore, un senso di mancanza e sofferenza.

Per celebrare la certificazione ricevuta oggi, ho deciso di raccontarvelo. Se non ci conoscessimo, sono Corrado Parlati e questo è MentiSommerse.it. Un rifugio virtuale, dove ti racconto alcune delle storie più belle legate al mondo della musica.

LA RECENSIONE DI POKE MELODRAMA, IL PRIMO ALBUM DI ANGELINA MANGO

Il racconto in musica si apre con Gioielli di Famiglia, una fotografia tratta dall’album dei ricordi con Angelina, bambina afona che balla scatenata nonostante l’asma, mentre i genitori, seduti a tavola, la osservano. La musica sembra pervaderla interamente, con energia che esplode dagli occhi, dalle spalle, dalle gambe, dallo stomaco e dal cuore.

In questo filone si inseriscono anche Smile, con una veste urban e un autotune che avvolge la voce di Angelina in maniera elegante, tra contatti umani ruvidi come carta vetrata e un sorriso che a tratti fa male, e Edmond e Lucy, dedicata al rapporto con suo fratello Filippo, nata da una traccia di pianoforte di quest’ultimo. Il titolo si ispira ai protagonisti de Le Cronache di Narnia. Come Angelina, anche i personaggi delle sue canzoni non hanno fretta di diventare grandi.

La Noia utilizza l’espediente della cumbia, una danza e musica popolare colombiana, per trasmettere entusiasmo e positività sul palco, veicolando un messaggio profondo. Il testo ribalta la concezione comune della noia, considerandola non come un nemico da combattere, ma come un’opportunità di rinascita e un trampolino verso la felicità. Angelina sottolinea che i momenti tristi sono il preludio a una nuova felicità e che non si deve avere paura della noia, bensì accoglierla come un momento prezioso per sé stessi. Nei momenti difficili, suggerisce di “ballarci sopra“.

Tra le canzoni più amate dai fan c’è Fila Indiana, che, grazie alla sua autenticità, somiglia a una pagina di diario messa in musica. Angelina racconta che l’inizio del liceo scientifico è coinciso con la morte del padre, un evento che ha sconvolto la sua vita, sotto l’occhio delle telecamere. Si descrive come un albero senza radici, circondato da giornalisti in cerca di notizie sensazionali. “La terra è terra, pure senza radici“, canta Angelina ricordando la perdita del papà, in un periodo in cui gli altri cercavano “il veleno nella spazzatura fuori dalla porta della nostra casa” trovando solo “mozziconi di sigarette” lasciati dai visitatori che venivano a porgere le condoglianze.

Angelina ricorda di essersi sentita come un “prete” per queste persone che offrivano compassione superficiale per poi sparire. La svolta positiva è rappresentata dal verso “ho deciso di fare pace con te“, indicando una riconciliazione che abbraccia il dolore legato alla perdita.

Crush e Cup of Tea sono destinate a far ballare tutti, così come Melodrama e Che t’o dico a fa, mentre Una Bella Canzone, realizzata a quattro mani con okgiorgio, esalta la vocalità di Angelina.

Veniamo ai featuring: spicca su tutti quello con Marco Mengoni, una storia di due persone che, nonostante tutto, restano nient’altro che esseri umani, mentre Diamoci una Tregua con Bresh mantiene una dimensione intima.

Gli incontri con DaniFaiv e VillaBanks, invece, strizzano l’occhio al mondo urban, pur restando tutt’altro che scontati.

In conclusione, quindi, “Poké melodrama” riesce perfettamente nel suo intento: unire i tanti ingredienti che, seppur in apparenza distanti, rappresentano le varie sfumature artistiche del talento pop italiano più interessante degli ultimi vent’anni.

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