Passeggiare nel Bronx, soprattutto nella sua zona southern, vuol dire trovarsi davanti le tracce legate alla nascita della cultura hip hop: non serve arrivare necessariamente alla Sedgwick Ave dove DJ Kool Herc diede vita a quello che è universalmente riconosciuto come il primo hip hop party della storia.
Girovagando per le strade di Port Morris e Mott Haven è possibile ammirare, insieme ad alcuni edifici che portano ancora qualche segno dei grandi incendi che hanno caratterizzato questa zona, i murales di Tats Cru, una delle crew più prolifiche del Bronx, attualmente composta da Bio, BG183, Nicer, HOW, e NOSM.
Per conoscere meglio la loro storia, al termine di un giro nel Southern Bronx, mi sono messo sulle loro tracce attraverso i social e sono riuscito a convincere Wilfredo Feliciano, in arte Bio, a raccontarmi la sua storia.
Wilfredo ha iniziato la sua carriera artistica nei primi anni ottanta e oggi, a trent’anni di distanza, è considerato uno dei maestri del movimento graffitista a livello mondiale, grazie ai suoi numerosi letter styles, i complessi e intricati “wild styles” e l’uso esplosivo dei colori.
Le opere di Wilfredo “Bio” Feliciano sono state presentate in tantissime pubblicazioni tra film, video musicali e documentari. Ha dipinto in molti paesi negli ultimi 30 anni, invitato da diverse organizzazioni, e ha collaborato con alcuni dei migliori artisti di graffiti del mondo. Ha tenuto conferenze al M.I.T. e in varie università degli Stati Uniti, e ha partecipato al 35° Festival annuale del Folklife dello Smithsonian Institution a Washington, D.C., dove Tats Cru è stato scelto per rappresentare i muralisti di New York, città di cui continua a essere uno dei più fieri e rappresentativi esponenti in termini di street art.
Se non ci conoscessimo, sono Corrado Parlati e questo è MentiSommerse.it. Un rifugio virtuale dalla frenesia dei nostri tempi, su cui ti racconto le storie più belle provenienti da ogni angolo del mondo.
TATS CRU – Alla scoperta del Southern Bronx con BIO
LA NASCITA DI TATS CRU E IL BRONX NEI PRIMI ANNI ’80
Tats Cru è la più prolifica street art crew nel Southern Bronx. Vuoi raccontarci com’è andato il primo incontro con i tuoi compagni d’avventura?
I Tats Cru originariamente erano i TAT Cru, formati negli anni ’80.
Ho conosciuto Brim e un altro amico, Base, alla scuola media insieme a Mack. Questi sono i membri originali e poi, nel corso degli anni, quando siamo arrivati al liceo, altri membri sono entrati a far parte del TAT Cru (Nicer, Bg183, Kenn, Cem2, Shame125, Raz, Vulcan, Goldie, Per, Maze, Flame, Ciner, Dil RIP e sono sicuro di dimenticarne alcuni).
Nel corso degli anni molti hanno smesso di dipingere e solo alcuni sono rimasti nel gruppo, diventato i TATS Cru all’inizio degli anni ’90, quando abbiamo conosciuto Fat Joe, il rapper che ha scritto Crack e aveva una crew chiamata TS.
Abbiamo combinato le lettere e così è diventata TATS Cru.
Com’erano le condizioni socio-culturali di New York City ai tempi della nascita di TATS Cru? Qual era la giornata tipo di un ragazzino, in quel periodo?
Le condizioni nei primi anni ’80 non erano molto buone, in città non giravano molti soldi. Era un momento selvaggio e difficile in una New York che stava cominciando a riprendersi dal periodo degli incendi.
Trascorrevamo il nostro tempo giocando negli edifici abbandonati quando eravamo più giovani. Non c’erano molti programmi per i ragazzi a cui partecipare, quindi esistevano molte gang di strada che portavano a piccoli crimini e altre attività non supervisionate.
Giocavamo a pallacanestro, era una delle poche cose che avevamo a disposizione. Poi la creazione dei graffiti ha catturato la nostra attenzione e ci ha dato qualcosa da fare e a cui appartenere.
L’hip hop stava nascendo: alcuni si sono avvicinati al microfono, altri ai giradischi, altri ancora sono diventati BBoys e noi siamo diventati graffitisti.
IL PRIMO MURALE DI BIO
Qual è stato il tuo primo murale? Ce n’è uno che ha un significato particolare per te?
Il mio primo murale era un piccolo pezzo argento e verde nascosto dietro due edifici scolastici. Era terribile, non molto bello, ma significava il mondo per me. Ci andavo a fare visita solo per vederlo. Questo è stato prima che passassi ai treni metropolitani.
Il primo murale che mi viene in mente è stato un lavoro commerciale che abbiamo fatto per un’azienda di impianti stereo per auto. Eravamo io, Nicer e Bg183, questo è diventato l’inizio della nostra attività che avrebbe portato a molte altre avventure.
IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA HIP HOP
Che significato ha per te la parola hip hop?
Per me l’hip hop era uno stile di vita. Era la musica che ascoltavamo e il modo in cui ci vestivamo. Era l’ambiente in cui crescevamo, prima che diventasse commercializzato e iniziasse a essere chiamato hip hop.
Immagina di avere davanti a te un giovane che si sta affacciando al mondo dell’hip hop per la prima volta. Cosa consiglieresti loro di approfondire, che siano storie, graffiti, dischi, per fornire loro una migliore comprensione di quest’arte?
Direi che per capire davvero la cultura bisogna fare ricerca, risalendo fino in fondo per capire si sia evoluta fin dall’inizio. Guarda chi erano le persone che ti hanno preceduto e capisci che queste hanno aperto la strada per te. Molte persone all’inizio non facevano questo per soldi, era per amore. Va bene fare soldi adesso, ma almeno mostra rispetto per coloro che lo hanno reso possibile. Leggi libri più vecchi, guarda vecchi film o video e capisci meglio tutto ciò.