Ci sono notti magiche, destinate a entrare per sempre nella storia della musica e, soprattutto, in quella personale di chi le ha vissute.
Quella degli AC/DC alla RCF Arena – unica tappa italiana del Power Up Tour 2024 – rientra senza dubbio tra queste.
Uno show lungo due ore in cui Angus e Brian, supportati dai nuovi compagni d’avventura Matt Laug alla batteria, Stevie Young alla chitarra e Chris Chaney al basso, ripercorrono cinquant’anni di straordinaria carriera.
Se non ci conoscessimo, sono Corrado Parlati e questo è MentiSommerse.it. Un rifugio virtuale, dove ti racconto alcune delle storie più belle legate al mondo della musica.
AC/DC IN ITALIA: UN PO’ DI STORIA
In attesa dell’inizio del concerto, vale la pena ricordare che quello dei cinquant’anni di carriera, rigorosamente in pieno rock ‘n’ roll, non è il solo anniversario che ricorre quest’anno: sono infatti passati quarant’anni dalla prima esibizione della premiata ditta Brian & Angus in Italia.
Correva il 5 settembre 1984 e, nonostante l’Europa fosse stata inclusa nei tour fin dai tempi di “Lock up your daughters”, la band non aveva mai fatto tappa in Italia. Il motivo è spiegato in un’intervista rilasciata da Brian: gli AC/DC non volevano correre il rischio di fare la fine di Led Zeppelin, Santana e Lou Reed, i cui concerti vennero interrotti per motivi di ordine pubblico.
Se invece si guarda ai concerti lungo la Via Emilia, è impossibile non citare quello del 14 settembre 1991, a Modena, in occasione della Festa dell’Unità che, oltre a essere un momento politico, rappresentava l’occasione capace di rendere l’Emilia una regione centrale sulla cartina del rock.
Quella sera gli organizzatori calarono il poker d’assi in chiave metal: oltre agli headliner australiani, infatti, in cartellone erano presenti i Metallica – reduci dallo straordinario Black Album -, Queensrÿche, i Black Crowes e Negazione.
AC/DC DAY ALLA RCF ARENA: IL RACCONTO DEL CONCERTO
Ma torniamo ai giorni nostri: l’atmosfera è elettrizzante, si ha la sensazione di essere parte di una enorme storia fin dal momento in cui si mette piede in una Reggio Emilia invasa da fan provenienti da ogni angolo del mondo.
Ci sono ragazzi arrivati dal profondo sud, alcuni addirittura dal Brasile, l’immancabile bandiera dei Quattro Mori e addirittura un addio al celibato. È un pubblico trasversale, che unisce i fan che li ascoltano fin dai tempi di “High voltage”, i figli e magari anche le terze generazioni, in un senso di unione che solo il rock, inteso anche come attitude a 360 gradi, sa generare.
Dopo una lunga camminata con sosta in area merchandising e Virgin Radio, si arriva finalmente nel cuore dell’arena, un luogo perfetto per concerti di questa entità grazie alla pendenza che consente di avere una buona visuale e un’acustica qualitativamente sopra la media da ogni settore.
Qualche nuvola prova a spaventare i presenti, che non temono affatto le intemperie: “se deve essere diluvio, che almeno sia su Thunderstruck”. Tutti d’accordo.
Alle 19:15 inizia l’energico set di The Pretty Reckless guidato dall’attrice e cantante Taylor Momsen, che trova il suo apice nell’esecuzione di “Make me wanna die”.
Arrivano le 20:45, il sole sta calando piano alle spalle della RCF Arena e con un tramonto arancio più che mai salgono sul palco Brian Johnson, Angus Young, Matt Laug (confermatissimo dopo il debutto dello scorso ottobre all’Empire Polo Club di Indio, California), Steve Young e Chris Chaney, quest’ultimo chiamato a sostituire al basso Cliff Williams, che ha deciso di lasciare la band.
È un’esplosione di gioia fin dall’attacco di “If You Want Blood (You’ve Got It)”. La scaletta ripercorre al meglio i cinquant’anni di carriera del gruppo, spaziando tra classici come “Back in Black”, “Thunderstruck” – con un meraviglioso e coinvolgente scambio di battute tra Brian e i centomila presenti alla RCF Arena -, “You Shook Me All Night Long” e “High Voltage”.
È uno show che mostra tutta la sua straordinaria potenza nei muscoli degli strumenti, senza eccessivi sfarzi in termini di visual ed effetti, in pieno stile hard rock.
Nel cuore dello spettacolo partono i rintocchi delle campane infernali di “Hells Bells”, mentre “Have a Drink on Me” trasmette tutta la carica di un gruppo che, lungo la “Highway to Hell” – come Angus definì la vita da palco in un’intervista che lanciò l’ispirazione per uno dei maggiori long seller della storia – ha macinato centinaia di migliaia di chilometri. In scaletta due brani tratti dal disco “Power Up” – “Demon Fire” e “Shot in the Dark” -, mentre i bis sono “T.N.T.” e “For Those About to Rock (We Salute You)”, con il fuoco dei cannoni apparsi sul palco che celebra la fine di due ore di festa.
Brian mantiene intatto il carisma che l’ha reso l’erede perfetto di Bon Scott e chiude la serata con un “Buonanotte a tutti e forza Italia!”, ricordando anche i concerti di Bologna e Imola.
Angus, con indosso la divisa da scolaretto, suona ancora con la grinta e l’energia di un ragazzino, facendo culminare la sua performance in un interminabile e meraviglioso momento elettrico che lo vede singolo protagonista sul palco con un solo che sfiora i dieci minuti di durata, tra Duck Walk in omaggio a Chuck Berry, scivolate sulla sopraelevata e inginocchiamenti. La sintesi è tutta qui: suonano per l’entusiasmo e la gioia di salire su un palco, sul quale dimostrano di non avere rivali da cinquant’anni a questa parte.
“It’s a long way to the top, if you wanna rock ‘n’ roll,” cantavano qualche anno fa gli AC/DC. Ora, quella lunga strada l’hanno percorsa tutta e si godono il panorama dal punto più alto.
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AC/DC ALLA RCF ARENA DI REGGIO EMILIA 2024: LA SCALETTA
Di seguito la scaletta dell’unica data italiana del POWER UP TOUR EUROPE 2024 degli AC/DC.
If You Want Blood (You’ve Got It)
Back in Black
Demon Fire
Shot Down in Flames
Thunderstruck
Have a Drink on Me
Hells Bells
Shot in the Dark
Stiff Upper Lip
Shoot to Thrill
Sin City
Rock ‘n’ Roll Train
Dirty Deeds Done Dirt Cheap
High Voltage
Riff Raff
You Shook Me All Night Long
Highway to Hell
Whole Lotta Rosie
Let There Be Rock
Angus guitar solo
T.N.T.
For Those About to Rock (We Salute You)
Come evidenziato su setlist.fm, in scaletta erano originariamente presenti anche “Givin the Dog a Bone”, “Dog Eat Dog” e “Hell Ain’t a Bad Place to Be”, poi non eseguite.