Pace, lavoro, giustizia sociale: sono queste le tre keywords che hanno caratterizzato la trentaduesima edizione del Concerto del Primo Maggio, organizzato da iCompany e tenutosi per l’occasione al Circo Massimo, visti i lavori per il Giubileo del 2025 che hanno impedito lo svolgimento dell’evento a Piazza San Giovanni Laterano.
Sono Corrado Parlati e questo è MentiSommerse.it. Un rifugio virtuale, dove ti racconto alcune delle storie più belle legate al mondo della musica.
1 MAGGIO 2024: IL RACCONTO DEL CONCERTO
Il cielo promette davvero poco di buono e, poco prima dell’inizio della prima fascia del concerto, una pioggia fitta inizia ad abbattersi sulla capitale. I problemi tecnici bloccano sia i Cor Veleno sia la prima volta dal vivo di Bloom – il nuovo progetto in chiave rock ‘n’ roll di Giusy Ferreri, che si regge su una linea di basso davvero forte e rimette al centro le chitarre – e la situazione si fa difficile da risolvere. È così che Ermal Meta imbraccia una chitarra acustica e sfida le avversità improvvisando una meravigliosa versione acustica di Hallelujah, che emoziona le migliaia di persone accorse per l’evento.
“Insieme” è l’altro tema fondamentale dell’evento e sono tante anche le canzoni che lo pongono al centro: l’alterità, infatti, è insieme alla ricerca di sé stessi il perno della produzione di molti degli artisti saliti sul palco allestito per i ludi musicali del maggio 2024.
Tra i più interessanti spiccano Mazzariello, da poco uscito con l’EP “Atti estremi in luogo pubblico”, che colpisce per la forza anche a tratti violenta delle sue metafore e per la citazione a Freddie Mercury sul finale d’esibizione, Alda, che racconta una vita trascorsa nel margine, Chiamamifaro, la napoletana Vale LP – travolgente sotto la pioggia nella prima volta dal vivo del nuovo singolo “Fortuna”, che anticipa l’album di inediti in uscita a maggio – e Caffellatte, che propone un brano in napoletano con Giuze.
Alle 18:30 arriva il momento di Davide Petrella, che porta sul palco “Che mme lassat’ a fa” e “Non esiste amore a Napoli“, due brani che rappresentano una perfetta sintesi del progetto Tropico e della sua visione della musica e della scrittura di un testo.
Dalle ore 20 inizia una mega carrellata di big: i Negramaro celebrano i primi vent’anni di carriera spaziando dal brano sanremese a “Via le mani dagli occhi”, Rose Villain si conferma il talento musicale femminile più interessante del panorama italiano, con una performance da dieci e lode (look compreso) nonostante l’audio non perfetto. Geolier e Tananai emozionano le oltre settantamila persone presenti al Circo Massimo, che arriveranno addirittura a coprire la voce del protagonista quando a salire sul palco è Ultimo.
Il momento socialmente più impegnato è quello che vede protagonisti Stefano Massini e Paolo Jannacci, che rendono omaggio a tutti coloro che sono diventati troppo presto una fotografia. “Chi muore sul lavoro muore più volte: la prima volta quando vieni stritolato e bruciato dalle fiamme, la seconda quando ti dicono che la colpa era la tua, la terza quando non frega un cazzo a nessuno e la quarta quando saprai di essere morto invano e da uomo diventi fotografia”, grida con forza lo scrittore, che ricorda quanto ogni morte sul lavoro – in un paese che si definisce nel primo articolo della Costituzione una “Repubblica fondata sul lavoro” – sia una catastrofe, uno sfascio, un massacro.
La serata si conclude con un’immagine stupenda: il ritorno sul palco di Piero Pelù, dopo i problemi che l’avevano costretto a restare lontano dal palco per oltre un anno.
La giornata nell’area hospitality si è rivelata un’enorme festa, tra incontri, chiacchierate, interviste. Tanta, tantissima pioggia e annessi problemi tecnici. Ma soprattutto mille emozioni, perché dove c’è musica resta uno dei posti più belli in cui stare.
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