Dopo il debutto indimenticabile al Circolo Culturale Lucio Lombardo Radice, Luciano Ligabue e OraZero iniziano a farsi conoscere in tutta la regione. Il gruppo – che in quegli anni non smette mai di ragionare come collettivo – mette in piedi uno spettacolo “multimediale” nonostante i pochi mezzi a disposizione: la foto del Binario 3 di Reggio Emilia accompagna “Da dove fermano i treni”, mentre immagini provenienti da riviste erano lo sfondo su cui si adagiavano le note di “Oceano”, brano poi mai inciso da Ligabue.
I sogni di rock ‘n’ roll ripartono da Campagnola, paese natale di Trico, il chitarrista del gruppo. È qui che si tiene il secondo concerto ufficiale di Ligabue e OraZero.
Durerà il tempo di una manciata di concerti – tra cui una memorabile esibizione al Primo Maggio di Reggio Emilia – per culminare nell’ultima esibizione dal vivo al Bar Tubino di Correggio.
Nel mezzo, però, il gruppo partecipa anche a una serie di contest per band emergenti. La più importante è quella al Terremoto Rock, di cui Ligabue e OraZero vincono la seconda edizione nel 1989, dopo aver raggiunto la finale l’anno precedente. Il gruppo si aggiudica in questo modo la possibilità di incidere un 45 giri in uno studio professionale, che verrà distribuito in un migliaio di copie. Promozione associata? Poca quanto nulla, ma l’opportunità in quel periodo è un’occasione da non lasciarsi sfuggire.
Su quel disco sono contenute due tracce: “Anime in Plexiglass” e “Bar Mario”. La prima è il racconto di un’umanità soggiogata al controllo di un’entità superiore, che trova nella musica l’unica strada per arrivare alla libertà che risiede nella new carboneria. La seconda, invece, è un affresco carico di echi dell’intreccio di vite al bancone del bar di Mario, dove la realtà s’intreccia col racconto di fantasia delle anime in transito.
In occasione del Record Store Day del 2024, la Warner Music ha stampato un’edizione limitata di “Anime in plexiglass / Bar Mario” in vinile rosso.
Sono Corrado Parlati e questo è MentiSommerse.it. Un rifugio virtuale, dove ti racconto alcune delle storie più belle legate al mondo della musica.
LIGABUE AL TERREMOTO ROCK: IL RICORDO DI ROBERTO BARTOLUCCI
“Terremoto Rock fu una di quelle iniziative che andrebbero fatte e rifatte sempre. Non era un talent come siamo abituati oggi a vedere, ma una delle poche possibilità per chi faceva musica a quei tempi, di suonare dal vivo e di mettersi a confronto con altri. Non tanto per la “gara” in sé, ma invece per il confronto artistico-musicale che si sviluppava nelle varie serate.
Vincere la seconda edizione e poter avere la possibilità di registrare in uno studio professionale non era cosa comune a quei tempi, non era così semplice avere registrazioni di qualità del proprio lavoro per cui fu una opportunità veramente unica oltre che interessante.
Non vi nascondo che non fu facile affrontare quei momenti: lo studio di registrazione mise a nudo tutta l’inesperienza che avevamo e arrivare ad un risultato buono per l’incisione del 45 giri non fu facile, ma allo stesso tempo anche una di quelle sfide che non scorderò più“, ricorda Bobby Bartolucci, bassista di Ligabue e OraZero, nel corso della nostra chiacchierata esclusiva.
LA NOTTE AL MARABU’ E L’INCISIONE DI EL GRINGO
“Questa vittoria ci permette di partecipare ad un altro concorso che si terrà a novembre. È un concorso nazionale per gruppi di base (1º Concorso Nazionale Gruppi Musicali Di Base – Rock Ottantotto, tenutosi il 28 e 29 maggio, ndr).
Vinceranno gli Almamegretta, è una serata molto importante e si tiene a Reggio Emilia, in una grande discoteca, il Marabù.
Il locale è pieno di gente, c’è una giuria competente e accreditata, ricordo anche la presenza di Gino Paoli. In una serata così impegnativa, era richiesta molta concentrazione e attenzione, io purtroppo già dal pomeriggio avevo intrapreso un match con la birra e non fu una delle mie migliori performance… Ricordo che mi divertii parecchio, ma il giorno dopo le critiche apparse sui giornali mi fecero riflettere.
Il titolo del giornale era “BUONA LA PERFORMANCE DI LIGABUE E ORAZERO MA PER FAVORE FERMATE IL CHITARRISTA”, mi ha raccontato Bruno Trico Pederzoli quando l’ho intervistato. La partecipazione vale a Ligabue e OraZero la partecipazione alla compilation della rassegna, per la quale incidono “El Gringo”.
In giuria, quella sera al Marabù, c’è anche uno dei cuori pulsanti del panorama musicale reggiano. Il nome è Gigi Cavalli Cocchi. Vi suona familiare? Sì, perché è a lui che Ligabue, un anno più tardi, affiderà il ruolo di comporre il gruppo che lo accompagnerà in studio per i primi tre album e prenderà il nome di Clan Destino.
La leggenda sta per iniziare.
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