“Le cinque rose di Jennifer” sarà in scena al Teatro Bellini fino al prossimo 14 gennaio, con la magistrale interpretazione di Daniele Russo e Sergio Del Prete e la regia di Gabriele Russo.
La storia di Jennifer, un femminiello immerso negli anni ’80 partenopei, si svela come un affresco della complessità umana, delle contraddizioni che plasmano la sua esistenza.
Ieri siamo stati alla prima delle cinque serate in programma al Teatro Bellini. Per questo, non ci resta che darti il nostro più caloroso benvenuto a bordo e raccontartela!
LE CINQUE ROSE DI JENNIFER – UNA STORIA NAPOLETANA
Quella di Jennifer è una storia fortemente napoletana, non soltanto perché quella del femminiello è una figura fortemente radicata nella cultura degli anni della Partenope in cui è ambientata la vicenda.
È Jennifer stessa a essere un po’ come Napoli, vivendo un’esistenza costantemente posta sulla linea sottile che separa le contraddizioni di cui si fa portatrice.
È un uomo che si sente e pensa a sé stesso come una donna, vulnerabile e irruenta, amaramente ironica, rigida e romantica, incarna le forze freudiane di sesso e morte, sospesa tra attese, deliri e lucida follia. È un personaggio che vive nella costante speranza del ritorno del suo amato Franco, che nell’attesa si siede a fare i conti con la faccia opposta della medaglia, rappresentata dalla solitudine di cui è vittima, che può finire per essere il vero serial killer di chi è costretto a vivere ai margini, nel terrore del giudizio della società che lo circonda.
Il lavoro fatto sul personaggio da Daniele Russo – che riesce a portare sul palco tutta la complessità di Jennifer – è monumentale, al punto da averlo portato a vincere il premio “Le maschere” nel 2021, e potrebbe essere inserito lungo una traccia che si estende fino a Lia, personaggio ammirato quest’anno nel corso delle “Dignità autonome di prostituzione” da record a Castel Sant’Elmo.
Ad affiancarlo Sergio Del Prete, che da vita alla coscienza di Jennifer – tocco personale del regista Gabriele Russo, giunto alla quarta esperienza da regista del fratello Daniele – che accentua i toni drammatici della narrazione, e anche ad Anna, secondo femminiello presente nella narrazione, intorno al quale il mistero diviene ancora più fitto.
La scenografia di Lucia Imperato, tanto minimal quanto d’impatto, può essere considerata una proiezione esteriore del disordine psicologico di Jennifer, mentre i suoni curati da Alessio Foglia alternano con maestria canzoni pop e radiogiornali, contribuendo attivamente alla narrazione, plasmandola e dettandone i tempi.

UN TESTO ANCORA ATTUALE: IL LAVORO STRAORDINARIO DI ANNIBALE RUCCELLO
Nel 1980, Annibale Ruccello, appena venticinquenne, confezionava un testo che si collocava a metà tra le avanguardie napoletane di artisti come Roberto De Simone e le tendenze queer del teatro internazionale. Oltre quarant’anni dopo, “Le cinque rose di Jennifer” mantiene intatta la sua attualità, ponendo al centro della scena un personaggio con cui ogni spettatore che abbia mai sperimentato l’emarginazione può identificarsi. Una pièce che, come il cuore pulsante di Napoli, continua a battere con forza, portando alla luce le molteplici sfaccettature dell’animo umano.
LE CINQUE ROSE DI JENNIFER AL TEATRO BELLINI
Orari spettacoli: feriali h. 20:45, sabato h. 19:00, domenica h. 18:00
Prezzi: Mercoledì • Giovedì I e II settore 20€, III settore 15€ – Venerdì • Sabato • Domenica I e II settore 25€, III settore 18€, Under 29 15€ valido per tutte le repliche (miglior posto disponibile al momento dell’acquisto)
Durata: 95 min
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Corrado Parlati
Maria Cristina Pezzella