“Eduardo mio. Maestro di vita e di palcoscenico” rappresenta un omaggio autentico, intenso, profondo, intimo e personale di Lina Sastri a Eduardo De Filippo.

Sul palco del Teatro Augusteo di Napoli – prima delle doppie date a Milano il 16 e 17 dicembre e a Roma il 21 e 22 dicembre – la Sastri è affiancata da un ensemble di altissimo livello composto da Filippo D’Allio alla chitarra, Luigi Sigillo al contrabbasso, Giacomo Mirra al violino al suo debutto, Domenico Monda alle percussioni e Ciro Cascino al pianoforte.

Al centro dello spettacolo c’è Eduardo, e Lina Sastri apre il cassetto dei ricordi personali, narrandoli senza mai sottrarre al suo Maestro il ruolo di vero protagonista. Dal primo incontro con Gennarino Palumbo al ruolo di comparsa muta e vistosa in “Il sindaco del Rione Sanità,” fino alla Ninuccia di “Natale in Casa Cupiello,” si intrecciano monologhi, poesie, lettere e canzoni classiche napoletane. Questi elementi sottolineano in modo autentico, delicato e al tempo stesso graffiante gli stati d’animo delle diverse fasi della narrazione.

Da “Sik sik, l’artefice magico” a “Gli esami non finiscono mai,” Lina Sastri guida il pubblico in un lungo viaggio nel cuore della poetica eduardiana. A ciò si aggiunge un toccante omaggio finale a Napoli e a uno dei suoi figli e menestrelli prediletti.

Le parti più commoventi dello spettacolo sono dedicate alle donne del teatro di Eduardo, che ha saputo narrare la condizione femminile come forse nessun altro artista del novecento napoletano. In particolare, spiccano le interpretazioni di Filumena Marturano, in cui la Sastri si è esibita magistralmente al fianco di Luca De Filippo con la regia di Francesco Rosi, e Bonaria, che prende vita in “Gli esami non finiscono mai.” Queste donne sono eroine sospese in una condizione di dolore e riscatto, i cui silenzi parlano con la stessa forza e intensità delle parole recitate.

Dallo spettacolo emerge il ritratto di un Eduardo che va ben oltre il rigoroso maestro di palcoscenico: compare infatti l’uomo tenero, nel corso delle lettere scritte alla sorella Titina, il ricordo degli sfoghi nel camerino della Sastri – in seguito al quale, Eduardo disse “Voi volete andare da Strehler? Allora imparate a camminare” -, l’Eduardo seduttore e conoscitore di donne, l’importanza del valore della famiglia, centrale in quasi tutto il corso della sua drammaturgia.

Corrado Parlati
Marco Annunziata

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