Sabba è Salvatore Lampitelli, ma con l’armatura.
Si avvicina alla musica perché in piena attività professionale di ballerino iscritto alla Federazione Italiana Danza Sportiva, tra i primi al mondo in classe A, rimane folgorato dalla chitarra blues di BB King, poi scopre Steve Ray Vaughan e da lì tutto il blues, fino a quello di matrice mediterranea, come quello dei Bluestaff, coi quali inizia subito un corso di musica d’insieme specifico sul blues con la sua band, che gradualmente diventa Sabba e Gli Incensurabili, con cui realizza due dischi e due tour, fino a collaborare con alcuni dei più grandi artisti del panorama musicale campano.
“Call me” è il titolo del tuo nuovo inedito. Com’è nato questo brano e qual è il messaggio che porta con sé?
Nasce da una notte insonne in cui riflettevo su me stesso e sulle mie insicurezze, un po’ come successe con Loop, un altro recente singolo che ha avuto un discreto successo tra i miei fans.
Mi viene in aiuto Joe Romano, cantautore con cui collaboro, quando arriva il momento della stesura del ritornello. Call me diventa la cura ai mali raccontati fino a poco prima nelle strofe.
La certezza di avere qualcuno che ci sará nei momenti di difficoltá e per cui esserci, al contempo.
Come si affronta, sulla base della tua esperienza, un momento come quello che racconti in Call Me?Scrivendo canzoni, oppure facendo psicoterapia. La prima però é gratis e qui non abbiamo santi in paradiso, ci si arrangia come si può.
Nel corso della tua carriera, per “L’ultimo Apache”, hai lavorato con Franco Del Prete. Com’è andato il vostro primo incontro e qual è il principale insegnamento che ti porti dietro dall’esserti confrontato con lui?Franco mi ha insegnato il ritmo, meglio ancora il groove. Mi ha insegnato l’importanza di essere un bravo interprete, che sappia accantonare il proprio ego in funzione del ritmo e dell’armonia, ma in primis delle parole.
Mi ha insegnato che noi sia un tramite per far arrivare agli altri quello che é stato scritto, o per comunicare quello che noi stessi abbiamo scritto. Chi usa la musica per il proprio ego e basta, non le sta rendendo onore.
Facciamo un gioco: apriamo la tua playlist. Quali sono gli artisti che proprio non possono mancare e perché?
Elton John, Prince, Frank Sinatra, Rag’n’Bone Man, Elvis, Aerosmith, Gregory Porter, Jacob Collier, Kurt Elling, Snarky Puppy.
In Italia Daniele Silvestri, Giorgio Gaber, Piero Ciampi, Niccolò Fabi, Brunori Sas.
Perché? Perché tutti avevano o hanno qualcosa da dire, tutti lo dicono con unicità, nessuno di loro scimmiotta qualcun o qualcos’altro.
A Sabba e Giulio Di Donna va un sentito ringraziamento da parte della redazione di MentiSommerse.