“Quando sogni cosa immagini? Non esiste amore a Napoli…”

Probabilmente, un doppio abbraccio del genere, così caloroso, potente e pieno d’amore, come solo tra le mura di casa è possibile riceverlo, Tropico – nome d’arte di Davide Petrella – non era riuscito a immaginarselo nemmeno nei suoi sogni migliori. Lui, partito da un garage con il rimbombo delle chitarre a volume massimo e arrivato a scrivere testi per artisti del calibro di Jovanotti, Elisa, Cesare Cremonini, Emma – giusto per citarne alcuni – prima di imporsi con un progetto tutto suo-

In questo periodo, tornare a un concerto vuol dire tornare a vedere le facce di centinaia di persone che non vedono l’ora di riprendere a scatenarsi, ballare, piangere per un paio d’ore, e anche stasera non è fatta eccezione alla regola.

Non esiste amore a napoliPrima di prendere posto in un Duel Club gremito, però, è il momento di fare una foto sotto la scritta a led “NON ESISTE AMORE A NAPOLI”, che accoglie tutti coloro che sono venuti a prender parte all’evento.

Sul palco con Petrella è presente una band di sette elementi – Luigi Scialdone e Alessio D’Amaro alle chitarre, Caterina Bianco al violino, Andrea De Fazio alla batteria, Toto Allozzi alle tastiere, Giosuè Salzillo e Michele De Finis – che rende il live la dimensione perfetta per poter valutare al meglio la produzione di Tropico, aggiungendo profondità e caricando di emozione ogni canzone.

Si parte con “Dint’ ‘o scuro”, uno dei brani più introspettivi del disco, nonché la preferita di moltissimi dei presenti stasera al Duel, per procedere in una lunga carrellata di successi, che abbraccia brani come “Carlito’s Way”, “Bambina” e, soprattutto, “Non esiste amore a Napoli”. Nel cuore della serata, Petrella è raggiunto sul palco per una breve apparizione da CoCo – un altro artista che ha impiegato un po’ di tempo per trovare la dimensione perfetta per lui, come sottolineano dal palco – con cui condivide “Contro”.

E se in “Non esiste amore a Napoli” Petrella canta “Passo da Sarah e Rosario allo studio”, stavolta sono loro – Rosario “D-Ross” Castagnola e Sarah Tartuffo, che da anni producono praticamente tutte le cose più interessanti provenienti da Napoli e non solo – a ricambiare la visita, in qualità di special guest, per rendere ancora più profonda ed emozionante “Non vogliamo diventare grandi”.
“Garage Days” è il brano che guadagna di più nell’esecuzione dal vivo, mentre uno dei momenti più toccanti dell’intero show è l’esecuzione di Bambolina Vodoo, un brano che Tropico si è divertito a scomporre ispirandosi a una canzone presente in “Ummagumma”, secondo album dei Pink Floyd.

Dopo un’ora e venti di spettacolo, si accendono le luci per qualche secondo, per poi tornare con un finale da brividi, con “Dint’ ‘o scuro”, “Carlito’s way” e “Non esiste amore a Napoli” che vengono nuovamente eseguite, ricevendo un’accoglienza ancora più calorosa. Si canta, si balla, si piange.

Questa prima mini serie di live – che ha fatto registrare il tutto esaurito a Bologna, Roma e per due sere a Napoli, prima di giungere a Milano – ha evidenziato che quello di TROPICO è un progetto ben strutturato, destinato ad andare lontano e imporsi a lungo anche sulla scena nazionale, cosa non scontata per chi inizia la propria carriera musicale da queste parti.

A fare la differenza, infatti, è stata la cura per ogni minimo dettaglio.

Corrado Parlati

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