Vasco Rossi è un musicista capace di arrivare dritto al cuore delle persone, con testi profondi in cui ognuno può ritrovare una parte di sé, ma è al tempo stesso un musicista raffinato e complesso.

Come sarebbero le sue canzoni se cambiassero abito, passando dal giubbotto di pelle e pantaloni borchiati a un elegante e lungo abito da sera?

La risposta a questa domanda ce la forniscono Marco Vezzoso e Alessandro Collina, che hanno da poco rilasciato “Kind of Vasco”, album con cui rileggono in chiave jazz alcuni dei brani più belli del rocker di Zocca.

Chi sono Marco Vezzoso e Alessandro Collina e come si sono avvicinati al mondo della musica?

Marco: Ho cominciato la musica giovanissimo, ho pochissimi ricordi senza lo strumento e questo lo devo a mio papà, che mi ha sempre incoraggiato in questo cammino non sempre facile. La musica ha sempre fatto parte della mia vita e non riesco ad immaginare come potrebbe essere se non fosse cosi.

Ho una formazione classica e dopo il diploma di conservatorio mi sono avvicinato al jazz e ne sono rimasto folgorato. Nel 2012 mi sono poi trasferito a Nizza (Francia) dove sono docente presso il Conservatorio Nazionale.

Alessandro: Appartengo ad una famiglia di musicisti, mio nonno suonava il violino; la musica è stata sempre la colonna sonora della mia vita fin dall’infanzia.

Poi, grazie a incontri fortunati ed illuminanti (ho fatto parte del quartetto di un icona del jazz: Paul Jeffrey), ho cominciato a suonare come sideman di importanti formazioni con musicisti incredibili.

Il Vostro primo incontro artistico risale al 2014. Volete raccontarci com’è andata la vostra prima volta sul palco insieme?

Entrambi abbiamo la stessa visione musicale e quindi collaborare è stato naturale. Dal 2014 abbiamo viaggiato tanto, fatto moltissimi concerti insieme e ciò non ha fatto altro che aumentare la voglia di continuare.

Sinceramente non ricordiamo il primo concerto insieme ma vi possiamo assicurare che non siamo ancora pronti per fare l’ultimo insieme….

Il 18 marzo è uscito l’album “KIND OF VASCO”. Com’è nata l’idea di reinterpretare in chiave jazz 15 brani provenienti dal repertorio di Vasco Rossi?

Nella sua lunghissima carriera Vasco Rossi non è mai stato scontato, ha sempre mostrato interesse verso il nuovo e l’inesplorato: un jazzista nascosto sotto l’insegna del rock! Vasco ha la capacità, di raccontare in modo onesto e sincero la realtà della vita di ognuno.

Proprio di questo e da questo il jazz storicamente prende inspirazione e l’abbiamo presa anche noi. Inoltre, volevamo rendere omaggio a questo immenso artista, anche per il traguardo importante dei 45 anni di carriera e i suoi 70 anni.

C’è un brano del repertorio del rocker di Zocca che vi ha particolarmente emozionati nel processo di rielaborazione?

Marco: Per me è Sally, in quanto le frasi del tema intercalate da silenzi tra maggiore e minore ha decisamente un sapore molto jazz. Appena Alessandro mi ha proposto questo brano in mente avevo già il suono della sordina harmon che rende il tutto ancora più jazz. Inoltre è proprio da Sally che è nato tutto già nel 2020 con l’album Italian Spirit

Alessandro: È difficile rispondere perché tutte sono legate a momenti significativi della mia vita, credo sempre di più che questo concept album mi abbia permesso di ritornare indietro nei ricordi, a volte belli a volte meno e spero proprio che questo disco sia cosi interpretato dal pubblico: la musica di Vasco ci permette proprio di rivedere come un film il nostro passato con una velata nostalgia ma anche con la maturità degli anni trascorsi.

Avete suonato in Giappone, Cambogia, Indonesia, Malesia, Repubblica Ceca (2018), Norvegia, Turchia e Cina. C’è una tappa – o una città – che nel corso dei tour internazionali vi ha particolarmente impressionati da un punto di vista artistico e personale?

Marco: Per me è stata Istanbul. È una città fantastica ricca di storia e riflette bene la mescolanza di generi e di esperienze, quello che in realtà succede a livello musicale nel disco. Inoltre è un crocevia tra est e ovest e tra nord e sud, il tutto diviso da un mare a sembianze di fiume, cosa che trovo molto affascinante.

Alessandro: Phnom Penh sicuramente: la semplicità, spontaneità, genuinità del popolo cambogiano sono davvero toccanti; consiglio a chi ama viaggiare per ritrovare serenità con se stessi…

Cosa c’è nel futuro di Marco Vezzoso e Alessandro Collina?

Da buoni jazzisti ci piace anche comporre e proprio nell’ottobre scorso abbiamo pubblicato Travel, un album di inediti che abbiamo scritto a 4 mani e registrato con Trilok Gurtu e Dominique Di Piazza.

A gennaio Travel è uscito in Francia ed è stato album del mese su Mezzo, album della settimana sulla radio nazionale FIP e passaggi importanti su France Musique, mentre alcune settimane fa è uscito negli USA dove sta andando molto bene. La volontà è di poter suonare presto, anche questo repertorio di inediti in giro per il mondo. 

A Marco Vezzoso, Alessandro Collina e Giulia Orsi va un sentito ringraziamento.

Corrado Parlati

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