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L’Amica Geniale è una storia di donne incastrate in una società maschilista e patriarcale, che portano sulle spalle il peso dell’essere donna in quel periodo storico. È la storia di chi cerca di fuggire dal proprio destino in cerca di riscatto, tra nuovi cognomi, amori, tradimenti, ritorni, sogni infranti e rubati.

È la storia di chi si smargina – sì, è proprio questo uno dei termini usati da Lila, che descrive alla perfezione il piccolo universo del Rione Luzzatti.

Al fenomeno letterario che porta la firma di Elena Ferrante, è stata dedicata una serata speciale che ha visto come protagonista Anna Bonaiuto che, sul palco del NEST, ha incantato il pubblico leggendo alcuni dei passaggi più importanti de “L’Amica Geniale”.

Condensare in un reading una storia di oltre duemila pagine e che si estende per oltre 50 anni sarebbe stato quasi impossibile, come ha giustamente sottolineato anche la stessa Bonaiuto, per questo è stato scelto come tema quello dell’amicizia tra le due protagoniste.

Un’amicizia forte, che vede l’una essere l’amica geniale dell’altra, in cui si passa in men che non si dica dall’essere un’anima sola al diventare nemiche, rubandosi amori, sogni, rapporti. Un legame che appartiene alle contraddizioni più forti e profonde del genere umano. Chiunque, infatti, leggendo “L’amica geniale”, può ritrovare sentimenti, gesta, relazioni e conflitti che ha vissuto sulla propria pelle o che, in qualche modo, conosce da vicino.

Partendo dall’incipit – con le due bambine che sfidano la leggenda del Rione risalendo le scale che portano alla casa di Don Achille – la Bonaiuto prende per mano il pubblico in sala, prestando la propria voce per raccontare alcune delle vicende più forti tratte dai quattro romanzi, e li accompagna per le strade del Rione Luzzatti e di San Giovanni a Teduccio. Si passa dall’ira funesta di Fernando Cerullo che lancia la figlia dal balcone, al momento in cui Lila chiede a Lenù di prendersi cura del figlio Gennaro qualora le succedesse qualcosa, concludendo il viaggio con la disperazione e la smarginazione data dal terremoto del 1980.

Un condensato di emozioni, che va in scena a pochi passi da quel rione in cui è ambientata la storia e si conclude con una lunghissima e meritata standing ovation.

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