Trovare una definizione per Giorgia Groccia, in arte Caffellatte, è un’impresa ardua. Classe ’94 di origini pugliesi ma trapiantata nel cuore della capitale, è una cantautrice, attrice, scrittrice e speaker radiofonica con una laurea in psicologia a curriculum.
Di recente, Caffellatte è stata selezionata da Spotify per l’iniziativa Spotify Radar.
Per presentare il suo singolo “SOTTOVUOTO” e conoscere più da vicino il mondo di Caffellatte, abbiamo scambiato due chiacchiere con lei.
Chi è Giorgia Groccia e come si è avvicinata al mondo della musica? C’è stato un momento, magari nella tua infanzia, in cui hai capito che nella vita avresti voluto vivere di musica?
Da quando ho memoria credo di non aver desiderato altro, fin dai primi anni di età, complici anche i miei genitori, grandi appassionati, che sin da subito mi hanno fatto ascoltare una quantità di dischi inimmaginabile, coltivando la mia enorme passione passo dopo passo.
Sei una dei 10 artisti selezionati da Spotify per l’iniziativa Spotify Radar. Come hai vissuto il momento in cui hai ricevuto questa notizia?
La mia reazione si è divisa in tre fasi principali: stupore estremo, pianto da vera romantica quale sono, ahimè, e poi gioia infinita nel condividere la notizia con mia madre e con il mio manager!
“Sottovuoto” è il titolo del tuo ultimo singolo. Vuoi raccontarci com’è nata questa canzone?
SOTTOVUOTO è nata di getto perché, effettivamente, parla della mia personalità spesso spaccata in due tra la sociopatia e la paura della folla e poi, dall’altra parte, il desiderio continuo di esternare e comunicare con gli altri, quindi l’impossibilità effettiva di restare isolata per più di 24 ore.
“Dammi il salvagente / aiuto sto per affogare / tra la gente”. C’è stato un momento in cui ti sei sentita così? E, se sì, come si può superare?
Spesso mi sento così, specialmente quando sono in mezzo a persone che non conosco in situazioni in cui non avverto comfort.
Nel mio caso supero questa tipologia di disagio “mettendomi in salvo” ovvero cercando quella situazione di comfort mancante.
In “Carta stagnola” parli dei disturbi alimentari, mentre “Alcool test” è dedicata all’uso patologico dell’alcool da parte dei giovani. Quanto può essere importante il ruolo della musica nel salvare la vita di una persona, o quantomeno accendere una lampadina per superare un momento difficile?
Io non riesco ad erigermi mai a persona che possa realmente insegnare a qualcuno come vivere, proprio perché di errori ne ho fatti tanti ne farò altri e perché certe cose le ho superate, ma nei miei panni, che non sono quelli di qualcun altro.
Credo che la maniera migliore per essere utili senza pretese sia proprio il veicolare la propria esperienza per lanciare un amo ben preciso: non siamo soli, e possiamo parlare, parlare tanto e di tutto, esorcizzando così anche le cose peggiori.
Nella tua produzione artistica, spazi dalla trap all’indie, passando per il cantautorato. Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato i tuoi gusti musicali e perché?
Rifuggo dalle etichette proprio perché amo spaziare e perché credo che la musica sia bella davvero quando contaminata e libera da vincoli, in generale pongo le mie basi di ascolti sull’r&b, la trap, il rap, l’elettronica, l’itpop.
Sono cresciuta con Battiato ma anche con Fabri Fibra ecco, inoltre ad oggi trovo tantissima ispirazione in artisti che effettivamente si allontanano dall’idea di etichetta ma che tendono alla contaminazione a trecentosessanta gradi come ad esempio Chiello, Mahmood, Bnkr44 e altri.
Cantautrice, speaker radiofonica, scrittrice e laureata in psicologia. Quanto il tuo percorso di studi ha inciso sulla tua scrittura?
Credo sia stata la mia scrittura ad influenzare il mio percorso. Ho cercato all’esterno ciò che già preesisteva dentro me, difatti ad oggi mi ritengo una persona fortunata e soprattutto soddisfatta, sempre alla ricerca di qualcosa di più, ma con la tranquillità di chi ha scelto tassello per tassello la propria vita.
A Giorgia Groccia e Viviana Tasco va un sentito ringraziamento da parte della redazione di MentiSommerse.it
Intervista a cura di Corrado Parlati