Afrika Bambaataa è uno dei pionieri della cultura hip hop.
Per riscoprire le radici di questa cultura, nata nel cuore del Bronx tra gli incendi di case molto spesso non più ricostruite e le gang che la facevano da padrone per le strade, e ripercorrere le principali tappe della sua carriera, noi di MentiSommerse.it l’abbiamo intervistato.
AFRIKA BAMBAATAA SI RACCONTA: L’INTERVISTA
Hai iniziato nel centro antico, alla 174esima strada, e Bronx River, tra Manor e Stratford Avenue. Com’erano le prime feste in quel periodo?
I primi party, negli anni ’70, erano estremamente d’impatto, con tantissimi membri di gang quali Black Spades, Reapers, Savage Nomads.
Pompavamo la musica con l’impianto di casa, altre persone portavano il proprio home system e lo installavano sugli altri lati della stanza, riproducendo i dischi da 45 giri uno per uno o semplicemente mettendo su un disco da 6 che perde 45 secondi, ma consentiva di evitare il silenzio in attesa che una canzone si fermasse e dovevi aspettare che partisse un disco successivo.
Ecco perché chiedevamo a un’altra persona di portare il proprio home system. Questo accadeva molto prima dell’arrivo dei DJ con i mixer a due giradischi e delle macchine del fumo. Non c’era niente di tutto questo quando abbiamo iniziato.
Quando la street gang era s’avviava verso la fine, hai fondato la Zulu Nation. Per sviluppare questa visione, uno dei momenti fondamentali è stato un viaggio in Africa che hai fatto al tempo delle superiori. C’è un momento in particolare che ricordi di quel viaggio?
Tutto ciò che riguarda l’Africa ha reso la mia vision più forte. Vedere tutti questi indigeni africani che controllano i propri governi, le terre, l’agricoltura, il denaro o la ricchezza della terra, la musica, ma soprattutto le persone, hanno dato ancora più potenza alla visione del grande film “Zulu”, per rendere la Universal Zulu Nation ancora più forte su un livello mondiale.
Anche la scoperta delle produzioni del James Brown d’Africa, il fratello Fela Ransome Kuti, l’aver portato la sua musica negli Stati Uniti per far ballare tutti gli Hip Hoppers con la sua musica e quella di Manu Dibango, sono stati molto potenti da vedere in quell’epoca.
Negli anni ’80 hai collaborato con Enzo Avitabile. Ricordi il tuo primo incontro con lui? C’è un elemento di Napoli che ti ha colpito?
Non ho altro che amore, onore e rispetto per i miei fratelli Enzo Avitabile e Tullio De Piscopo, le mie sorelle e fratelli di Napoli e di tutta l’Italia, che mi dimostrano affetto da oltre 30 anni.
Ho trascorso tanti bei giorni in tutta Italia, un paese in cui mi sento a casa, ho partecipato a feste super in una zona di Napoli che loro chiamano “The Bronx”. I miei fratelli Enzo e Tullio, che grandi magnifici musicisti e artisti. È tempo per tutti noi di fare più musica insieme.
Planet rock è stato il primo singolo con cui Afrika Bambaataa and the Soul Sonic Force hanno raggiunto la certificazione oro da parte della RIAA negli Stati Uniti. Com’è nata questa canzone? È vero che ascoltavi i Kraftwerk in quel periodo?
No, non ascoltavo i Kraftwerk solo nel periodo in cui ho fatto Planet Rock. È un dato di fatto che mi sia appassionato ai Kraftwerk a partire dagli anni ’70 e sono uno dei DJ pionieri che hanno aiutato a diffondere pesantemente “Trans Europe Express” anche a New York City.
Sono un grande fan di Kraftwerk, Gary Numan, Yellow Magic Orchestra, e suono quella musica che molti altri DJ avrebbero avuto paura di suonare al loro pubblico, finché non hanno visto che il mio pubblico si divertiva molto con la musica di questi musicisti, quindi molti DJ proveranno a suonare per il loro rispettato pubblico.
Planet Rock è nato su alcuni break beats di canzoni che ero solito suonare come Trans Europe Express, Numbers dei Kraftwerk, The Mexican di Babe Ruth, Super Sporm di Captain Sky, da cui è nato l’Electro Funk Sound, con la miscela di Sly and The Family Stone, James Brown, George Clinton (Parliament -Funkadelic). Sono alcune delle più grandi influenze sulla vita nella musica, ma ci sono molti altri grandi artisti che mi hanno influenzato per un ampio gusto musicale.
Ad Afrika Bambaataa e lo staff di Naf Management va un sentito ringraziamento da parte della redazione di MentiSommerse.it
Intervista di Corrado Parlati