Ermal Meta è uno dei ventisei big in gara alla settantunesima edizione del Festival di Sanremo. Nella giornata di oggi, il cantante ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa, a poche ore dall’inizio della serata conclusiva della kermesse.
Ecco le dichiarazioni più interessanti:
L’ESPERIENZA A SANREMO 2021 DI ERMAL META
“Questo Sanremo è stato stranissimo, ci sono arrivato veramente in sordina. Mi sono messo in macchina e ci sono arrivato da solo (ride, ndr). Ci sono andato con una canzone che non è scoppiettante, che necessita di almeno tre o quattro ascolti per entrare. Scoprirsi al primo posto la prima sera, la seconda anche, e la terza sera per somma, è stata una sorpresa gigantesca.
Non sono arrivato con intenzioni battagliere. Avevo solo intenzione di cantare una canzone molto diversa rispetto a quella dei festival passati. La sorpresa è stata doppia perché mi è arrivata addosso una valanga di stima e voglio tenermela vicina il più possibile”.
UN ANNO STRAVOLGENTE
“È stato un anno stravolgente. Non credo che la mia persona sia cambiata. Quando perdi la quotidianità delle piccole cose, ti rendi conto che hai bisogno di pochissime cose che davi per scontato per essere felice.
Ho scoperto una certa essenzialità, che si è ritrovata nel mio album. A un certo punto, un milione di cose da dirti mi ha attirato, era lì in in cassetto e mi è sembrata totalmente in linea con l’essenzialità.
Ho trovato un po’ di difficoltà ad arrangiarla. L’impalpabilità è una scelta precisa, perché a fare casino ci vuole poco, a fare qualcosa è un compito arduo. È una scelta precisa in campo musicale e a livello emotivo”.
TRIBU URBANA: IL NUOVO ALBUM DI ERMAL META
“Sono molto orgoglioso di questo album, non vedo l’ora che possiate ascoltarlo. Tra le undici tracce, si trovano canzoni molto diverse ma legate tra loro: anche “No Satisfaction” e “Un milione di cose da dirti” sembrano molto distanti, ma ho voluto rappresentare a livello sonoro e testuale uno spaccato cittadino.
Le città creano sempre più distanza, ma ciò che temiamo è tornare la sera a casa e essere soli.
Ciò mi ha fatto pensare alle tribù del passato, dove non si stava mai lontani veramente. Ho cercato di mettere insieme queste cose e generare una tribù urbana, che può sembrare un ossimoro, come lo sono le nostre città urbane con le loro diversità”.
LA SOLITUDINE DELL’ARTISTA
Mi sono sentito solo molte volte, ma ho scoperto che la situazione l’ho cercata per poter scrivere e colmarla. Almeno nel mio caso, alcune volte la subisci, altre è una cosa che c’è.
IL PARAGONE CON LE BALLAD E LE ALTRE ESPERIENZE A SANREMO
“Credo sia piaciuto che mi sono presentato sul palco con una canzone molto diversa rispetto alle altre, come “Piccola anima” e “A parte te”.
“Vietato morire” è una mia storia che è diventato un messaggio sociale, “Non mi avete fatto niente” ha una storia completamente diversa, né mia né di Fabrizio, ed è per questo che abbiamo donato i proventi a Emergency.
Qualcuno si aspettava che portassi al Festival una canzone con un messaggio. Siamo stati bombardati da messaggi di qualsiasi tipo, l’unica cosa che volevo fare era lanciare qualcosa che non fosse necessario impegnarsi a capire”
Corrado Parlati