Dellai è un progetto che parte dalla passione di due fratelli per la musica.
Già in adolescenza i due si divertivano nello scrivere canzoni ma con il passare del tempo le due strade si divisero, mantenendo la composizione e la scrittura musicale come unico collante. Luca, dopo aver frequentato il liceo musicale ha proseguito gli studi presso il Conservatorio Rossini di Pesaro, parallelamente ad un percorso di laurea in economia, Matteo, invece, interessato al mondo dell’architettura, ha continuato gli studi presso l’Università di Ferrara. Nonostante la distanza i due hanno sempre coltivato l’interesse per la musica, la scrittura e la composizione.
Negli ultimi anni si sono ritrovati in un nuovo progetto “Dellai”, dal quale è già nato un singolo disponibile su tutte le piattaforme digitali, dal titolo: “Non passano gli aerei”.
Il nuovo brano dei Dellai – già disponibile su tutte le piattaforme di streaming dal 4 dicembre scorso e che sarà in gara al prossimo Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte – si intitola “Io sono Luca” (Virgin Records) – è in rotazione radiofonica dal 5 febbraio.
Per conoscerli meglio, noi di MentiSommerse li abbiamo intervistati:
Come si sono avvicinati Matteo e Luca al mondo della musica? Com’è nato il progetto Dellai?
Luca: “Il nostro percorso insieme con la musica è iniziato solo l’anno scorso, anche se in realtà tutto è cominciato in età adolescenziale.
Nei primi dieci anni siamo stati in “competizione” tra di noi e questa cosa ci è servita per migliorarci ogni volta, poi abbiamo capito che mettendo insieme le forze funzionavamo meglio, e cosi è stato“.
Matteo: “In maniera abbastanza naturale, sin da quando eravamo piccoli, abbiamo sempre avuto questa passione per la musica, io come cantante e Luca come musicista”.
Il progetto Dellai, invece, è nato solo qualche mese fa, a inizio quarantena, dall’esigenza di ritrovarsi, è da li è partito tutto con il nostro primo singolo: “Non passano gli aerei”.
Come nasce il brano “Io sono Luca”? Chi è “Luca” per i Dellai?
Luca: “Il brano nasce da Matteo, lui l’ ha scritto in prima stesura per poi finalizzarlo insieme. Luca per i Dellai è Matteo, mi spiego meglio: mio fratello Matteo è una persona abbastanza riservata quando si tratta di parlare della sua vita personale, cosi cerca di nascondersi dietro le mie spalle, ovvero quelle di Luca“.
Matteo: “Nasce un anno fa, l’ho scritto io, perché sentivo la necessità di raccontarmi di più rispetto al passato.
Il brano si chiamava “Castelli di carte”, poi in estate il brano è stato messo a punto anche grazie a mio fratello Luca, e il titolo è diventato “Io sono Luca”.
Ad ogni modo, io sono Luca“.
Arrivate alla sezione “nuove proposte” di Sanremo dopo la vittoria ad Area Sanremo. C’è un momento in particolare di questa esperienza che volete raccontarci?
Luca: “Sicuramente il momento più emozionante è stato la serata nella quale ci hanno annunciato che saremmo saliti sul palco dell’Ariston per il festival di Sanremo 2021.
Quando succedono cose cosi belle non te lo aspetti mai che potrebbero capitare proprio a te, invece ci è capitato, e siamo felicissimi“.
Matteo: “Il momento più bello è stato quando Amadeus ha annunciato la nostra partecipazione a Sanremo 2021, li per li non sapevo come reagire.
Ero esterrefatto, senza parole, non me lo aspettavo, anzi non ce lo aspettavamo, però è successo e tutto ciò è incredibile“.
Quali sono i cinque dischi che vi hanno influenzato di più da un punto di vista personale e musicale e perché?
Luca: “Ora” e “Oh,vita” di Jovanotti mi hanno insegnato quanto la musica possa essere divertente ed emotiva, la discografia di Guccini mi ha insegnato quale impatto e quale eleganza può avere la musica nella vita di tutti i giorni.
“9” di Eros Ramazzotti mi ha insegnato la musica pop, e “l’Amore il lavoro e altri miti da sfatare” dello Stato Sociale mi ha infuso quella leggerezza necessaria per scrivere quello che mi piace”.
Matteo: “Non in ordine di classifica: “Io non so parlar d’amore”, era l’unica cassetta in macchina da mio nonno e la so a memoria; “Squerez”, perchè i Lunapop sono il primo gruppo che ricordo di aver scoperto, non potevo non menzionarli; Dalla/Lucio Dalla, in quanto laa mia passione per Lucio Dalla è iniziata qualche anno fa e questi due sono tra i miei album preferiti.
A questi aggiungo “(What’s the story) Morning Glory?”: insieme alla passione per la musica cantautorale mi sono espanso anche verso altri sound. In quegli anni ho comprato anche il giradischi, e sono uno dei fanatici in cerca disperata del vinile di questo album ormai da tempo”.
Sanremo è una manifestazione che fa parte della storia e della cultura italiana come forse nessun’altra. C’è un momento in particolare che, da spettatori, ricordate con particolare affetto?
Luca: “Mi sento di citare il primo ricordo che ho di Sanremo che mi rimanda alla canzone “Angelo” di Francesco Renga, il brano in questione infatti mi riporta a momenti totalmente diversi della mia vita che mi hanno segnato e reso ciò che sono“.
Matteo: “Io ricordo, da spettatore, quando vinse Masini con “l’uomo volante”, quella è una canzone che tutt’ora porto nel cuore, per quella spinta al volo che, in parte, riprende anche “Io sono Luca”.
A Clarissa D’Avena va un sentito ringraziamento da parte della redazione di MentiSommerse.it
Intervista a cura di Corrado Parlati
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