Anna Giusti è una cantante partenopea che, dopo il debutto con “Post It EP”, è tornata sulle scene con “Solido Liquido”

Per presentare il brano e parlare delle sue principali influenze musicali, noi di MentiSommerse.it l’abbiamo intervistata.

Come si è avvicinata Anna Giusti al mondo della musica? C’è un momento in cui hai capito che nella vita avresti voluto cantare?

Ho sempre sentito il bisogno di esprimermi attraverso la musica e ho sempre sentito una forte pulsione verso le parole, ma il mio modo di approcciarmi al mondo musicale è cambiato molto nel tempo. Solo di recente ho avuto il coraggio di seguirla più concretamente. Da bambina mi immaginavo su un palco, ho partecipato per la prima volta ad un concorso di canto a 7 anni, di lì a poco ho avuto un primo approccio con il pianoforte. Ho iniziato a scrivere canzoni a 14 anni perché mi sembrava l’unico modo per poter esprimere pensieri segreti che alla fine rimanevano tali anche se condivisi. Poi ho incluso la musica anche nei miei studi universitari e dopo varie esperienze, all’incirca due anni fa, è arrivata la svolta. Insieme al produttore e musicista Pleiam e a Saverio Tufano fondatore di Scrz Label ho gettato le basi per il mio progetto musicale.

 

“Solido liquido” è una canzone che parla di rapporti umani. In un mondo dove il confine tra la relazione e l’isolamento è sempre più labile e le relazioni sempre più tendenti al virtuale, quanto è importante stare bene innanzitutto con sé stessi?

È importantissimo. “Solido Liquido” è un inno ai legami forti quelli che durano nel tempo nonostante i tanti ostacoli quotidiani. Il pezzo celebra gli affetti da proteggere e il coraggio di chi si sceglie ogni giorno con tutti i difetti, cioè di coloro che riescono a vedere nell’imperfezione dell’altro la perfezione e l’unicità. Ma per poter stabilire relazioni solide bisogna sicuramente stare in pace innanzitutto con sé stessi, bisogna accettarsi, non tradirsi e volersi molto bene.

 

Tra le altre cose, hai studiato sociologia. Quanto hanno influito gli studi universitari sul tuo modo di scrivere le canzoni?

La sociologia ha condizionato tanto il mio modo di vedere le cose, la percezione di ciò che mi circonda. Ci sono dei concetti che sono diventati fonte d’ispirazione per me, proprio come quello di liquidità che rimanda a Bauman il sociologo de “La società dell’incertezza”. In effetti le canzoni che scrivo parlano di me, del rapporto di amore e odio con i luoghi che mi hanno segnata ma anche di certi disagi che si sperimentano nel nostro tempo. C’è tanto da dire sulla connessione tra i miei studi universitari e la mia inclinazione verso la musica. Poi io ho studiato al Dipartimento di Scienze Sociali della Federico II che si trova nel cuore di Napoli e ho avuto la fortuna di incontrare professori eccezionali come il professore Lello Savonardo che è stato fondamentale per la mia formazione anche artistica.

Post-it Ep” è il tuo primo Ep. C’è un brano di questo disco al quale sei particolarmente legata?

Sono tanto legata a quel disco. Nasce da un periodo di incertezze e di cambiamenti personali, mi ha aiutato a capire ciò che mi stava accadendo e a fare delle scelte. Le canzoni di “Post-it Ep” hanno preso forma proprio da versi, appunti e accordi scritti su post-it. Inoltre è stato importante perché mi ha permesso di sperimentare e di capire la strada sonora più giusta per me, insieme a Peppe Pleiam La Strada a cui è stata affidata la produzione artistica. Abbiamo assecondando le nostre inclinazioni e i nostri gusti.

Quali sono i tuoi principali punti di riferimento musicali, dal punto di vista personale e professionale?

Sono legata a vari artisti, tra questi: Pink Floyd, Radiohead, Dalla, De André, Mina, Meg, Elisa, Lady Gaga, The XX.

Ad Anna Giusti e Chiara Ricci va un sentito ringraziamento da parte della redazione di MentiSommerse.it 

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