Cristiano Turato è un cantautore e chitarrista italiano.
Dopo gli esordi nella scena rock veneta e cinque anni come voce dello storico gruppo “I Nomadi”, Turato è tornato sulle scene con “La festa”, album di inediti anticipato dai singoli “Atlantide” e “Follia”.
Per presentare il suo nuovo album e ripercorrere i passi più importanti della sua carriera, noi di MentiSommerse.it l’abbiamo intervistato.
Ogni storia è giusto che venga raccontata dall’inizio. C’è stato un momento nella tua vita in cui hai capito che avresti voluto fare il cantante?
Non c’è stato un momento particolare in cui ho avuto una sorta di illuminazione. È stata la semplice curiosità di un bambino, seduto davanti a quelle radio enormi a casa dei nonni, che amava ascoltare i trentatré giri. Credo anche nella scintilla, un dono di Dio, la quale si accende in ogni essere umano quando apre gli occhi la prima volta. Si accende per tutti, sono poi le scelte della nostra vita che la alimentano o la spengono: la mia è accesa.
Nel 1990 sei diventato cantante e chitarrista della band Oradaria, che ha avuto forti influenze grunge. Quali sono gli album di quel periodo ai quali sei particolarmente legato e perché?
Oradaria, formatasi per gioco in oratorio quando avevo 14 anni, ha seguito un po’ le ondate del rock dell’epoca, fino a innamorarsi del grunge. La particolarità di quel periodo era la voglia di raccontarsi attraverso la sperimentazione delle tue cose, i cosiddetti inediti, ed era una bellezza vivere il fermento nei locali, ascoltare le band sentendo le loro canzoni e fare esperienza. Di quel periodo non ho un particolare ricordo legato a un disco, mi piaceva molto ascoltare band come i Pearl Jam, Sound Garden, Alice in chains ma non disdegnavo nemmeno l’elettronica di Depeche Mode, Tear for Fears, Genesi o Peter Gabriel.
Dal 2012 al 2017 hai fatto parte de I Nomadi. Nel corso della tua esperienza con questo storico gruppo, c’è una canzone che ti ha particolarmente emozionato quando l’hai cantata?
Tarassaco o Apparenze, brani che ho scritto per la band per musica e testo, contenuti nel disco “Terzo Tempo”.
Di recente hai pubblicato “La festa”, il tuo nuovo album di inediti. Vuoi presentare ai nostri lettori questo lavoro? Quanto c’è del tuo vissuto nei testi delle canzoni?
Ti rispondo così:
“il nostro percorso è fatto di passi. Lo spazio tra un piede e l’altro è il senso della Festa. Riempirlo dovrebbe essere il nostro primo pensiero”
La festa è un disco che ti cambia la vita.
“Atlantide” e “Follia” sono i due singoli che hanno anticipato l’uscita del disco. Come sono nate queste due canzoni ?
Atlantide è la vita stessa. Quel flusso di energia che scorre veloce nel nostro corpo e lo riempie di senso, lo attraversa continuamente e con la premura di una madre lo tiene al sicuro. Follia è una poesia scritta per una grande persona quale è mia suocera. Un super eroe di quelli che non cedono mai e da cui possiamo solo che imparare.
A Cristiano Turato e Giulia Orsi va un sentito ringraziamento da parte della redazione di MentiSommerse.it