I Management sono Marco Di Nardo, chitarrista e compositore, e Luca Romagnoli, voce e testi. Sono da poco tornati sulle scene con “Sumo” e noi di MentiSommerse.it li abbiamo intervistati.

Ogni storia è giusto che venga raccontata dall’inizio: come nascono i Management?

Da due amici che si conoscono dalla prima elementare, e che poi sono cresciuti insieme, frequentando le stesse scuole, le stesse città, le stesse emozioni.

Due amici che si rispettano e che si ascoltano a vicenda e non hanno mai avuto modo e motivo di litigare.

“Sumo” è un disco registrato a Napoli, che avete definito “la capitale italiana della musica”. C’è qualcosa che vi lega particolarmente alla città partenopea?

L’italia deve molto a Napoli sotto l’aspetto musicale, teatrale e artistico, anche culinario. Siamo stati famosi in tutto mondo, soprattutto nel 900 ma non solo, prevalentemente per la cultura musicale di quella zona d’Italia. Anche Elvis Presley ha cantato sulle note di
“O sole mio” una sua celebre canzone (it’s now or never)


Un momento della vostra permanenza a Napoli che volete raccontare ai nostri lettori? Quanto ha influito sul mood del disco questo periodo?

Eravamo in studio e dopo qualche giorno di lavoro ci hanno detto: state lavorando in un luogo dove persone come Totò, Murolo e De Filippo (e tanti altri) hanno registrato voci e canzoni, monologhi, trasmissioni e pieces teatrali. Leggende della nostra cultura moderna.

Ci siamo messi prima a ridere, poi in disparte a piangere. Abbiamo buttato tutto il lavoro che avevamo fatto ed abbiamo ricominciato sentendoci responsabili di qualcosa di più grande.


“Come la Luna” è una canzone che evoca immagini forti, basti pensare ai primi due versi: “Sul volto aveva i lividi, i pugni, gli occhi neri e come un lupo lei non si fidava mai”. Come nasce questa canzone?

È nata per caso. Poi ci siamo resi conto che ci eravamo imbattuti in una tematica molto forte e importante come la violenza sulle donne, ed abbiamo cercato di lavorare sulla canzone delicatamente e con attenzione, con la serietà che merita un brano simile.


Nel disco, la donna può essere considerata l’elemento che unisce le varie tracce: c’è il racconto romantico e quello della violenza subita, c’è la donna vista dal punto di vista sessuale e quella idealizzata. Qual è il messaggio principale del vostro ultimo album in studio?

Il tempo, il passato, la distanza, l’abbandono, la perdita, il desiderio, la disperazione. In qualsiasi canzone, dalla più seria alla più sciocca, ci sono tutte queste emozioni che urlano insieme.

Quali sono gli artisti che hanno avuto una maggiore influenza sul vostro percorso personale e professionale e perché?

Siamo molto diversi e crescendo abbiamo sviluppato gusti differenti ma sempre condividendo le nostre reciproche passioni. I grandi maestri del cantautorato italiano da una parte, e principalmente la grande musica inglese e americana dall’altra, dagli anni 50 ai nostri giorni.

A Gertrude Cestiè di Big Time va un sincero ringraziamento da parte della redazione di MentiSommerse.it

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