L’eterna ricerca della felicità che attanaglia l’uomo: Il Triangolo si racconta [INTERVISTA]
Il Triangolo è un duo formato da Marco Ulcigrai e Thomas Paganini.
Dopo cinque lunghi anni di silenzio, il duo torna con “Faccio un cinema”, che fa seguito a un periodo di cambiamenti. Noi di MentiSommerse.it li abbiamo intervistati.
Come nasce “Il triangolo”?
Nasciamo nel 2011 dopo esserci trasferiti da Luino a Milano per l’Università. Amici da sempre, decidiamo di fondare un nuovo progetto musicale, ispirati dalla beat generation degli anni ’60, dal rock inglese, il tutto mischiato con un’attitudine punk che è sempre stata parte di noi.
“Faccio un cinema” è il vostro nuovo album di inediti, che arriva dopo un silenzio durato cinque anni. Volete presentare ai nostri lettori il vostro ultimo album?
È il nostro disco più consapevole e più curato, dove finalmente siamo riusciti ad ottenere il sound che avevamo in testa. Arriva dopo un lungo periodo di pausa in cui sono successe tante cose a livello personale e in ambito musicale. “Faccio un cinema” per noi significa creare qualcosa di importante, svegliarsi da questa pausa, ma è anche un rimando proprio all’immaginario cinematografico che ci ha sempre accompagnato, nel sound e nella scrittura.
“Nella testa” è il primo singolo estratto da “Faccio un cinema”. Come nasce questa canzone?
Questo pezzo nasce da un riff di chitarra e dalla frase cardine della canzone “se mi fai stare bene o mi fai stare male non importa”. È l’eterna ricerca della felicità che attanaglia l’uomo; siamo costantemente all’inseguimento del nostro obbiettivo e spesso, quando riusciamo a raggiungerlo, ci rendiamo conto che ci manca il nostro status precedente. Questa è la tempesta che ognuno di noi ha dentro La propria testa.
“Faccio un cinema” racconta un anno di cambiamenti, il più intenso della vostra vita. Quanto hanno inciso sul vostro percorso creativo questi cambiamenti?
Innanzitutto abbiamo cambiato formazione e sul palco saremo in 4. Io (Marco) ho avuto la possibilità di fare tour con due artisti importanti come i Ministri e le Luci della centrale elettrica e questo mi ha permesso di migliorare sotto diversi aspetti. Inoltre, questo è il primo disco che scriviamo da trentenni, e questo, nel nostro caso, ha cambiato molto il tipo di scrittura e gli argomenti che siamo andati a toccare.
Il vostro nuovo album è ricco di immagini e riferimenti anche cinematografici: dallo spaghetti western di “Messico” al primo incontro tra i due protagonisti de “Il cielo”, senza dimenticare il viveur Ivan. Quali sono i film che hanno avuto una maggiore influenza sul vostro percorso personale e professionale e perché?
Sì, ci lasciamo ispirare molto dal cinema, ci piace inventare storie che mischiano esperienze personali e personaggi di fantasia. Direi che per quanto riguarda il sound e lo spaghetti western, Tarantino e Sergio Leone sono i due maestri a cui facciamo riferimento. Poi sicuramente i film d’amore per quanto riguarda le tematiche, ma dev’essere un amore mai sdolcinato. Ora mi viene in mente “Call me by your name” per esempio.
A Marco Ulcigrai, Thomas Paganini e Gertrude Cestiè va un sentito ringraziamento da parte della redazione di MentiSommerse.it