È sempre difficile realizzare un pagellone per una manifestazione come Sanremo: il trasporto emotivo è alto, la disparità tra concorrenti e super ospiti spesso lo è ancora di più e, soprattutto, bisogna ammettere che i voti alle varie canzoni vanno contestualizzati.
È l’appuntamento più discusso dell’anno e, per quanto abbinato a critiche e polemiche da parte di tutti, è un momento che da settant’anni – un’enormità, fidatevi – fa parte della cultura italiana.
I numeri, anche stavolta, hanno dato ragione ad Amadeus: ascolti clamorosamente in crescita, con un 53,3% di share, superando addirittura quello della prima serata (di cui trovate qui il pagellone).
“Da zero a dieci” torna per la seconda serata del Festival della Canzone Italiana, in cui si sono esibiti i restanti dodici cantanti in gara oltre a tanti ospiti – più o meno – super.
VOTO 0: LA DURATA E LA GESTIONE DEI TEMPI – Alle 21:53 non c’è ancora traccia dei cantanti in gara, a mezzanotte e un quarto ne mancano ancora cinque più svariate ospitate, anche di gran livello.
VOTO 1: LA GIURIA DEMOSCOPICA – Ormai quella dell’ “uno” è la sua casella. Achille Lauro, Rancore, Levante, praticamente le novità più interessanti del Festival, occupano quella che, se stessimo parlando di calcio, definiremmo la parte destra della classifica. E avete davvero dubbi sul nome dell’ultimo classificato?
VOTO 2: IL MOMENTO DEDICATO AGLI ABBONATI RAI – C’è il giovane, c’è chi ha comprato la prima TV con le cambiali sessant’anni fa, quando rappresentava un momento d’aggregazione per l’intera famiglia, c’è la famiglia del 2020. Ma va detto che c’è una puntata che sfiora la durata di una doppia, in cui qualche momento di troppo, come questo, poteva essere quantomeno rimandato.
VOTO 3: I RICCHI E POVERI – Prima canzone in playback, seguita da un misto live-lipsync. Non vogliamo offendere nessuno, perché “Che sarà” resta un pezzo che ha fatto la storia della musica italiana, ma quasi venti minuti così sono davvero troppi, anche per chi ha fatto la storia del Festival.
VOTO 4: LE POLEMICHE SU JUNIOR CALLY – Chiariamoci: resta un personaggio discutibile, che non può credere di uscirne pulito con le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni, ciò che fa sorridere è la tempistica con cui sono apparse. La canzone, invece, è davvero bella, e forse sarebbe il caso di valutarlo solo per questo, durante questa settimana.
VOTO 5: ELETTRA LAMBORGHINI – Una delle partecipanti al Festival più criticate degli ultimi anni, si presenta all’Ariston con una canzone che ha tutte le carte in regola per ottenere un successo enorme in radio e streaming nonostante il testo tutt’altro che entusiasmante.
VOTO 6: PIERO PELU, PINGUINI TATTICI NUCLEARI E GABBANI – a Piero Pelù, Pinguini Tattici Nucleari – che per sonorità ricordano molto Lo stato sociale di qualche anno fa e sono destinati ad avere un grande successo in radio – e Francesco Gabbani, in una veste del tutto inedita e più sanremese. Attendiamo il secondo ascolto per sciogliere ogni riserva e andare oltre (o abbassare, naturalmente) il voto.
VOTO 7: GIGI D’ALESSIO – Lo scugnizzo arrivato all’Ariston vent’anni fa, torna per la settima volta al Festival della Canzone Italiana, e lo fa per celebrare la sua “Non dirgli mai”, per la quale è stato cucito un vestito sinfonico che la rende ancor più emozionante e, va detto, difficile da eseguire. Sognava di diventare una delle voci principali della musica leggera italiana e, vent’anni dopo, può dire di esserci riuscito, con tanto di standing ovation.
VOTO 8: LEVANTE – Semplicemente una fuoriclasse: sicura di sé, disinvolta, con una canzone forte e che va ben oltre ciò che sembra lecito aspettarsi dal titolo latineggiante. Tra cantautorato e suoni moderni, riesce a essere perfettamente se stessa parlando di inclusione. Una delle più serie pretendenti alla vittoria. E otto va anche a Rancore, che si presenta con un pezzo davvero forte, e Tosca, interprete raffinata come poche.
VOTO 9: MASSIMO RANIERI E TIZIANO FERRO – Un duetto emozionante, senza strafare. Ranieri sovrasta Ferro una alcuni punti della canzone? Vero, ma Massimo resta un alieno per chiunque.
VOTO 10: ZUCCHERO – Un fuoriclasse inarrivabile, uno dei pochi artisti italiani con una credibilità a livello internazionale, relegato a mezzanotte passata. Il Festival ha già vissuto il suo momento musicale più alto, con quella che potrebbe essere considerato a tutti i costi una superstar internazionale venuta dall’entroterra reggiano.
VOTO 10 E LODE: IO STO CON PAOLO – La sua, all’Ariston, è stata una lezione di vita, per la quale ogni commento sarebbe superfluo.