Nel XVIII secolo, con la decadenza del porto di Chester (dovuta al progressivo insabbiamento del fiume Dee) e la costruzione nel 1715 del primo bacino acqueo artificiale di tutta l’Inghilterra, Liverpool diventa il porto principale del paese. Ma è con l’apertura del commercio verso le Indie Occidentali, incentrato soprattutto sulla tratta degli schiavi, che la città conosce uno sviluppo senza precedenti. All’inizio del XIX secolo, circa il 40% di tutto il commercio mondiale transitava nel porto di Liverpool, alla quale viene riconosciuto lo status di città nel 1880. Meta dei grandi flussi migratori provenienti dal resto d’Europa, principale porto europeo per i collegamenti con gli Stati Uniti, quasi un milione di abitanti prima della Seconda Guerra Mondiale. Inevitabilmente, la città divenne uno degli obiettivi principali dei bombardamenti tedeschi durante il conflitto. Circa 80 colpirono la Merseyside, in particolare tra il luglio e l’ottobre del 1940.

JOHN LENNON, LA CHITARRA E UN AMICO… SPECIALE

Tra le tante famiglie che avevano fatto rotta su Liverpool, a partire dal 18esimo secolo, c’era quella degli ‘O Leannain, provenienti dall’Irlanda occidentale. Il nome si sarebbe inglesizzato col passare delle generazioni, fin quando il 9 ottobre del 1940, Julia e Alfred fecero la conoscenza del loro primogenito. Lo chiamarono John Winston, in onore del Primo Ministro britannico Churchill. Una sorta di nume tutelare della famiglia Lennon. A Mendips, la zia Mimi aveva un tinello con degli scaffali che reggevano le opere complete di Winston Curchill, elegantemente rilegate in blu. Era da lì che spesso il giovane John entrava in casa, dal lato posteriore rispetto a quello che si affacciava su Menlove Avenue. Tante volte in compagnia di un 14enne conosciuto durante un concerto dei Quarrymen, tale Paul McCartney.

Zia Mimi disapprovava la loro amicizia, perché riteneva che Paul fosse di origine “popolari”, mentre il padre di Paul pensava che Lennon avrebbe messo il figlio “nei pasticci”. «La chitarra va bene, John, ma non ti darà certo da vivere». Fu una frase che zia Mimi avrebbe spesso ripetuto al nipote mentre i due suonavano sulla veranda a vetro che dava sul giardino interno del numero 251 nel quartiere middle-class di WooltonFu qui che i due giovani intonarono i primi accordi di Rock Around the Clock di Billy Haley e di Heartbreak Hotel di Elvis.

JOHN, PAUL E GEORGE

Un pomeriggio del marzo 1958, su un autobus in servizio dal Liverpool Institute ad Upton Green, Paul convinse John ad ascoltare la chitarra di un giovanissimo George Harrison. E il 12 luglio del 1958, i Quarrymen incisero una cover di That’ll Be the Day, insieme a In Spite of All the Danger, brano scritto da McCartney e Harrison. La formazione era composta da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, John Lowe e Colin Hanton. L’unica copia esistente dell’acetato contenente i due brani passò nelle mani di Lowe quando il gruppo si sciolse. Nel 1981 McCartney lo avrebbe acquistato da Lowe per circa 10mila sterline, e ne fece realizzare alcune copie per i famigliari e gli amici. Nel 2015 la rivista di collezionismo musicale Record Collector lo ha collocato al primo posto nella lista dei dischi più costosi al mondo. Valore della copia in acetato, circa 200mila sterline.

Il gruppo embrione dei Beatles si sciolse nel 1959. E il 5 ottobre del 1962 il mondo avrebbe ascoltato Love Me Do (che potete ascoltare qui): da quel momento, nulla sarebbe stato più come prima. Pochi anni dopo, John si ricordò di cosa disse zia Mimi a proposito delle sue velleità da musicista, e le inviò una targa d’argento. Sopra c’era incisa una scritta. «Il rock’n’roll era reale. Tutto il resto era irreale. Quando avevo quindici anni era l’unica cosa, tra tutte, che potesse arrivare a me».

Quel giorno, il 9 ottobre del 1940, i bombardieri della Luftwaffe non solcarono il cielo di Liverpool e non sganciarono bombe sulla città. Seppur involontariamente, fu l’unica cosa buona che fecero.

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