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Dopo pochi minuti dal primo ascolto, il mio primo pensiero è stato: “Il mondo è rimasto troppo tempo senza un album nuovo di Mika”. Sì, perché sono passati più di quattro anni dall’uscita di No Place In Heaven e sinceramente quattro anni senza musica nuova da parte di un artista così poliedrico e dalla voce così unica sono lunghi. Lui di certo non è rimasto fermo, partecipando come giudice a The Voice in Francia, e nel 2016 e 2017 ce lo siamo goduti in Italia in un sorprendente one-man-show, Stasera Casa Mika.

My Name Is Michael Holbrook segna il suo grande ritorno sulla scena musicale: un ritorno elegante, di qualità, con una serie di canzoni in pieno stile Mika, che raccontano la vita e l’amore più autentico in modo semplice, ma allo stesso tempo musicalmente in grande stile.

Tiny Love è il brano d’apertura e si candida fortemente ad essere il pezzo simbolo di quest’album: parla, appunto, di un “piccolo amore”, inteso come genuino e abitudinario, contrapposto a quello da “drammatiche dichiarazioni sotto la pioggia” di cui tutti cantano. Musicalmente, Mika si dà alla pazza gioia in un brano estremamente eterogeneo con momenti molto diversi tra di loro racchiusi in quattro minuti, che gli dà la possibilità di sfruttare al meglio la sua voce. Il ritornello è il più facile del mondo da imparare e già ci si può immaginare la folla ai concerti che lo canta all’unisono con tanto di accendini.

Segue Ice Cream, singolo che ha anticipato l’album, con cui Mika ha provato a conquistare l’estate dovendo però fare i conti con una concorrenza agguerritissima: il risultato è un pezzo piacevole, che forse non passerà alla storia ma un po’ ci ricorda il profumo della spiaggia e il sapore del mojito, ora che le temperature si stanno abbassando. Dicevamo che questo album racconta spesso dei vari aspetti dell’amore più autentico, ed è il caso di Dear Jealousy che pone al centro dell’attenzione la gelosia che mette a dura prova tante coppie: ne viene fuori un brano pop che ricorda molto le sonorità di una quindicina di anni fa e che si chiude con un coro che dà un tocco unico.

La perla di quest’album è però Paloma, brano di una dolcezza incredibile dedicato alla sorella di Mika, che ha avuto una vita tutt’altro che facile. “Mia sorella Paloma, per esempio, avrebbe sempre voluto fare l’attrice, ma non ha mai potuto farlo perché è nata con una semi paralisi alla parte sinistra del corpo”, ha raccontato il cantante a Vanity Fair. Nove anni fa, la tragedia sfiorata: “Paloma fumava alla finestra, ma siccome non ha molto equilibrio per via della semi paralisi, è caduta giù dal quarto piano, e cadendo è rimasta infilzata in una cancellata”. La ragazza si salvò per miracolo. La dedica di Mika nel brano è struggente, mette i brividi: “Try to fly against the wind / Even with a broken wing / As the sky fell into pieces”.

Il resto dell’album mantiene alto il livello. Sanremo, ad esempio, è una dedica alla città dei fiori dove Mika è stato ospite al Festival nel 2017, e più in generale all’Italia che l’ha in un certo senso adottato, anche grazie al successo come giudice a X Factor. E ancora, a proposito dell’amore autentico che fa da filo rosso lungo tutto l’album: Tomorrow è un inno all’amore giovanile, senza pensieri, che si nutre di emozioni nate “sul sedile posteriore della mia Benz vintage” (e “che importa di domani”, per tradurla in modo leggermente meno volgare).

Ready to call this love è l’unico duetto di quest’album e unisce due voci diverse e uniche come quelle di Mika e Jack Savoretti, dando vita ad un pezzo dal meraviglioso equilibrio musicale. Cry tocca invece il delicato argomento degli amori che fanno soffrire ma di cui non si può fare a meno (“Perché cerco di starti sempre vicino, se nessuno più di te mi fa sentire solo?”). Platform Ballerinas fa ballare, mentre I Went to Hell Last Night è un’elegante ballad e Blue è l’ennesima delicata e dolce canzone d’amore che ti fa venire voglia di ascoltare ad occhi chiusi. Stay High ricorda il primo Mika, è un bellissimo inno all’allegria e permette ancora una volta al cantante di sfruttare la sua incredibile voce.

Il viaggio musicale di Mika si conclude dove era iniziato, con una reprise di Tiny Love, che riparte dal finale dalla canzone che ha aperto l’album: la sorpresa è che ad un certo punto Mika si fa da parte per dare spazio ad una voce femminile. È quella della sorella Paloma, e se a questa aggiungiamo l’orchestra, il coro di bambini e l’acuto finale di Mika, non si può non terminare l’ascolto con i brividi lungo la schiena. È il trionfo dell’amore genuino e autentico: “We are giants with our tiny love”. Bentornato, Mika. E grazie.

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