Fino a qualche mese fa pensavo che la mia vita sociale si sarebbe definitivamente chiusa il giorno in cui Netflix avrebbe aggiunto i Simpson al suo catalogo. Questo per due motivi: il primo è che chi vi scrive è un fan spolmonato (sfegatato è troppo mainstream) della serie, e il secondo è che tra tutte le piattaforme VoD, quella di Hastings è l’unica a cui concedo più di buon grado l’accesso alla mia carta di credito mese dopo mese.
Pertanto, l’equazione serie preferita + Netflix mi sembrava essere il racconto perfetto della giornata più bella della mia vita. E invece no. La Disney ha deciso di svegliare bruscamente me e tutti coloro che avevano un sogno simile, annunciando l’ingresso a gamba tesissima nel mondo delle piattaforme di streaming on demand, con la sua Disney+ (che sarebbe da leggere Disney Plus, e se plus lo state leggendo plas, è perché gli inglesi se ne sbattono del latino, ma voi potreste quantomeno provarci…).
E quindi niente, da Dicembre (o forse Gennaio) avremo un altro operatore al quale affidare i nostri soldi (perché così accadrà) in cambio di un catalogo che stavolta mostra dei muscoli seri e già ben allenati, visto che negli ultimi anni la Disney ha comprato robetta come Pixar, Marvel, Lucas Film (quindi Star Wars), Hulu, ABC (tv), Vice, ESPN, History Channel, Touchstone Pictures, Century Fox (e di rimbalzo anche Sky), mia madre, il Festivalbar, e credo che abbiano un’opzione su uno dei miei reni.
Qual è il problema? Nessuno. Il capitalismo fa il suo corso. L’oggetto di questo articolo semmai è l’effetto che la cosa avrà sulle nostre vite da affamati consumatori di intrattenimento. Oggi, in Italia, SKY ha definitivamente chiuso i canali tematici Fox Comedy, Fox Animation, Disney XD, Disney English e NatGeo People. Un’ecatombe che renderà più difficile per gli abbonati la visione degli episodi di serie di punta come I Simpson o I Griffin, che provvisoriamente verranno trasmessi su Fox Life, canale anch’esso soggetto a data di scadenza come gli altri canali Fox/Disney rimasti.
Tutto questo accade perché le licenze e i diritti di trasmissione dei contenuti di proprietà Disney sono scaduti e nessuno ha la benché minima intenzione di rinnovarli, visto che quegli stessi contenuti andranno a rimpinguare il corposo catalogo di Disney+ a cui accennavo poche righe fa. Tradotto: tutte le stagioni passate, presenti e future dei Simpson saranno disponibili su un’unica piattaforma, quando vorrò, in alta qualità audio/video, anche in lingua originale, su ogni dispositivo possibile. Solo a scriverlo mi vengono i brividi.
La chiusura di un canale per mancanza di palinsesto ha sicuramente fatto rumore, ma in realtà è già da tempo che Disney sta chiudendo rubinetti in giro per l’etere. Anche Netflix, ad esempio, ha visto sfumarsi davanti molti prodotti a marchio Marvel, e tanti altri ne lascerà andare al momento della scadenza. Stessa sorte per Amazon Prime Video, che però ha puntato sin da subito su produzioni proprie, avendo un vantaggio/ritardo di anzianità rispetto a Netflix. Entrambe, così come faranno altre piattaforme future (vedi HBOmax), rinnoveranno i prodotti di punta rimasti (come Friends) o punteranno su originals sicuri e produzioni sempre più imponenti (ad esempio The Irishman o Suspiria) che possano stare al passo del nuovo Big in arrivo. La TV resterà a guardare fino a quando rimarranno da mandare in onda solo le repliche di Matlock o Casa Vianello, oppure investiranno su produzioni all’altezza in modo da mantenere gli abbonati felici e appagati (facile per Sky, un po’ meno per le generaliste). Tutto ciò potrebbe tenere la televisione a galla, almeno fino a quando Topolino non si accorgerà di quanto fattura la Champions League…