Era da un bel po’ di tempo che, a Napoli, due artisti di un certo calibro, con un pubblico ben definito e una carriera di enormi successi alle spalle, non condividevano il palco.
Il concerto che vede protagonisti Gigi D’Alessio e Nino D’Angelo è un’interminabile selezione di successi, emozioni, storie di vita quotidiana che uniscono cinque generazioni. Sì, perché all’Arena Flegrea erano uniti nonni, figli e nipoti, e soprattutto erano presenti spettatori “non abituali” di concerti.
È la storia di due artisti, ma soprattutto di due amici, le cui carriere sono intrecciate fin dal principio: è stato proprio Nino D’Angelo il primo a credere in Gigi D’Alessio e a convincerlo a cantare le canzoni quando era un musicista, come ha raccontato lo stesso Gigi in conferenza.
È la storia de guagliune de viche ‘e Napule che diventano re, parafrasando il testo di “Jammo ja“, e lo fanno partendo dal nulla: hanno dovuto vincere due volte, costruire il successo partendo anche da qualche sconfitta e una serie di etichette non sempre piacevoli, ma ce l’hanno fatta.
La voglia, come attesta l’inizio con “Nu napulitano”, è quella di fare qualcosa che possa restare impressa nella storia della città e portarne avanti la cultura musicale. Figli di un re da sempre considerato minore, al servizio della regina Napoli, tanto affettuosa quanto, a volte, matrigna.
Pronti via, ed è subito il momento di quella che, come ha raccontato Nino D’Angelo nell’intervista rilasciata ai nostri microfoni, è la canzone più emozionante tra quelle in scaletta: si tratta di “Quand’ero bambino”, scritta a quattro mani proprio con D’Alessio nel 1988.
È iniziata la festa, con abbracci e sorrisi che cassano via ogni dissapore: da “Il cammino dell’età” a “Fotoromanzo”, passando per “Insieme a lei”, “Sott’ e stelle” e “Maledetto treno”, “Quanti amori” e “Un nuovo bacio”, “Jesce sole” e “Quanto amore si dà”, “Mente cuore” e “Non dirgli mai”: ce n’è praticamente per tutti i gusti, dai fan della prima ora fino a quelli che hanno cominciato ad apprezzarli a partire dalla svolta di fine anni ’90.
Arriva poi il momento di un emozionante omaggio a Mario Merola, il “Re minore” a cui è ispirato il titolo dello spettacolo: dopo una serie di aneddoti, i due artisti intonano “Cient’anne”.
Lo spettacolo potrebbe anche finire qui, ma the best is yet to come: un medley in versione monstre, che probabilmente riesce a rendere al meglio l’idea di quanto vasto sia il repertorio di D’Alessio e D’Angelo. Una partita a scacchi, con 26 mosse che corrispondono ad altrettanti successi. Lo scacco matto, però, non lo fa nessuno: il finale è affidato a “Napule” e “Napoli Napoli”, tra storia, amore e riscatto, con i due artisti che vengono raggiunti sul palco da Lorenzo Insigne.
Lo spettacolo tornerà in scena anche stasera e domani, all’Arena Flegrea, poi per Nino e Gigi sarà il momento di sedersi a tavolino e studiare con i rispettivi management la possibilità di fare insieme un giro del mondo. Una serata che può dunque essere un punto di partenza, sia per D’Angelo e D’Alessio sia per l’intera scena artistica partenopea, per la quale sarebbe giunto il momento di essere maggiormente coesa. E se Amadeus dovesse chiamare, probabilmente, potremmo vederli anche sul palco di Sanremo 2020 come special guest.