Il guerriero della luce non cade nella trappola della parola libertà.
Quando il suo popolo è oppresso, la libertà è un concetto molto chiaro. In quei momenti, usando la spada e lo scudo, lotta fino allo stremo, o fino a perdere la vita. Dinanzi all’oppressione, la libertà è facilmente comprensibile: è l’opposto della schiavitù.
Ma, a volte, il guerriero sente gli anziani dire: Quando smetterò di lavorare, sarò libero. Poi, dopo un anno, i vecchi si lamentano: La vita è solo noia e routine. In questo caso, la libertà è difficile da comprendere: significa mancanza di significato.
Un guerriero della luce è sempre impegnato. È schiavo del proprio sogno e libero nei propri passi.
Non ho mai voluto leggere Paulo Coelho, e la ragione è stupida: non avevo intenzione di omologare il mio pensiero e le mie fonti di ispirazioni ad altri milioni di lettori. Ma questa è una vera idiozia. Ora mi pento di non aver dedicato prima il mio tempo a questo autore, tanto osannato quanto criticato.
E non posso che acclamare la sua penna e le sue idee dopo aver letto: Manuale del guerriero della luce (edito per La nave di Teseo).
Non un romanzo, ma un manuale di vita, tanto che l’autore è definito dai suoi stessi lettori «maestro di vita e di speranza».
Quello che Coelho dona ai lettori è un incredibile viaggio fra le pagine di noi stessi. Noi esseri umani così complessi e diversi per esperienza e sensibilità da confluire sulla medesima strada.
Attraverso la metafora della guerra che ogni giorno il guerriero deve combattere, Coelho ci insegna – anche per mano della buona retorica, non banale ma viva e dunque legittima – come affrontare le difficoltà e debolezze, non per estirparle, ma per aver la capacità di riconoscerle così da non farci sopraffare, bloccare.
Coelho non ha paura di dirci che non siamo solo mente, ma anche corpo, e viceversa; che l’attitudine e l’atteggiamento fanno una persona. Ci spoglia lentamente e ci pone davanti ad un specchio parlate che dice: non omologhiamoci, ma rispettiamoci e insieme percorriamo e condividiamo il cammino. In sintesi: siamo tutti figli dello stesso dio: la natura.
La sofferenza, la fragilità e la sconfitta hanno lo stesso valore della gioia, della forza e della vittoria. Non sono contrari ma complementari; la sintonia con l’equilibrio universale è dato a una persona solo se sa riconoscere queste, dargli il giusto valore e sapere della loro intercambiabilità.
Insomma, la cima (il benessere totale che è dentro di noi) la si raggiunge non percorrendo una strada dritta e in pianura ma addentrandoci in un labirinto obliquo, se si vuole sopravvivere è necessario entrare non basta osservarlo da fuori. Non basta guardarci allo specchio, dobbiamo entrarci e combattere.
Mi sono chiesta più volte chi fosse il guerriero della luce, la risposta è semplice: chiunque lo voglia essere. E se è facile definire cosa è un guerriero non lo è qualificare la luce.
Forse possiamo dire: il guerriero del guerriero, oppure la luce della luce. Il guerriero è la luce, è ciò verso cui cammina, ossia la migliore versione di se stesso.
Lo si legge in poco più di un pomeriggio oppure lungo un vita, una lettura in pillole da prendere e riprendere a piccole dosi.
Avrei preferito che fosse lungo tanto da leggerlo ogni pomeriggio della mia vita restante; così da conoscermi sempre più e diventare migliore.
Mi prometto di leggerlo ogni anno, così da percepirmi cambiata nella mie sfaccettature, poiché questo manuale è un inno alla vita, alla pace e alla luce.