È stato un giro particolare, questo, perché tutti hanno sentito il bisogno di dare qualcosa in più: lui dal palco, il pubblico da giù. Perché le critiche, forse, in qualche strano modo, il leone l’avevano toccato. Il patto è stringerci di più, e mai come stavolta la promessa è stata mantenuta, con un legame diventato sempre più forte.

Credo che la musica faccia sempre, in qualche maniera, il proprio dovere. E credo che sia un fatto di identità: d’altronde siamo il risultato delle canzoni che amiamo, di ogni solco riprodotto migliaia di volte dal giradischi ormai giunto allo sfinimento, dei film che ci fanno commuovere, di ogni libro che si tramuta in lezione di vita. Perché ci sono canzoni che sanno chi sei molto meglio di te.

Crederci, sempre, oltre tutto. Perché la bambolina può diventare barracuda, perché i duri hanno due cuori, e se con quello guasto odiano un po’ di più, è altrettanto vero che con quello buono amano sempre di più. Perché “Non è tempo per noi”, forse non lo sarà mai, ma è ora di prenderci cura sul serio del mondo in cui viviamo. Per la nottata da passare che è passata, prima o poi, e per lo spettacolo che si accende ogni volta che mette piede sul palco. Per l’amore messo in circolo ogni volta.

Credo che la musica faccia mille giri, ma gira gira… E tanto torni qua. In quell’America personale che ti sei affittato, in quella che per te sarà sempre casa. Perché Luciano è questo, perché le canzoni di Ligabue sono questo: una tua, personalissima, casa.

Sono le ore in autostrada per inseguire un sogno da realizzare, un obiettivo da raggiungere, con la sua voce a ricordarti che ce la puoi fare.

La musica di Luciano è in un amore che nasce o in una storia che finisce, con la forza di tenere botta nonostante tutto. È in un’amicizia, quella vera, che sarà per sempre legata a una sua canzone. È la voce che ti sussurra “niente paura, si vede la luna perfino da qui” quando qualcosa va storto.

Ed è anche una fila interminabile sotto il sole cocente di luglio per il tuo primo concerto, settimo o trentesimo concerto, e le notti fuori a un albergo per provare a stringergli la mano e dirgli una semplice parola: “grazie”. La musica di Luciano è l’insieme di tutte queste cose. È il sacrosanto diritto di sentirsi leggero ogni qualvolta si ascolti una sua canzone. Il tutto, ovviamente, con la solita scusa: quella del rock ‘n’ roll.

È la tua storia che viene raccontata in musica e parole.

Era tutta una questione d’amore messo in circolo, dicevamo. E mai come questa volta, probabilmente, il popolo del Re, quello che spesso è stato definito il più bel pubblico di tutti, non ha alcuna voglia di cambiare strada.

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