“Suonate quello che volete, qualsiasi cosa”. Furono le parole che gli otto membri della International Staff Band, dell’Esercito della Salvezza, si sentirono dire da Syd Barret una volta giunti in studio. Avrebbe pensato lui a mettere tutto insieme. “È molto cortese da parte vostra pensarmi qui, e vi sono molto obbligato per aver chiarito che io non sono qui”. Sono le parole dell’ultima traccia di A Saucerful of Secrets, Jugband Blues, che contengono il suo personale addio ai Pink Floyd, gruppo che aveva fondato. Era il loro secondo album, era il 1968, ma la sua mente era già troppo oltre per poter entrare nel frullatore del successo mondiale di una rock band. E lui lo aveva già capito.
A SAUCERFUL OF SECRETS: IL TRAPASSO DEI PINK FLOYD
È il disco del trapasso dei Pink Floyd. Quello che divide gli anni delle sperimentazioni, dei suoni lisergici e acidi, dalla
Nel 1968 i Pink Floyd erano ancora combattuti tra i viaggi apocalittici di Interstellar Overdrive e le melodie leggere e soffuse che sarebbero comparse nel disco. Il ruolo sempre più importante che Roger Waters inizia a ricoprire, riflette la convivenza tra i due lati della band. Tutto il disco è infatti un alternarsi di sonorità aspre e infuocate con melodie spaziali e suadenti. Dal basso incalzante di “Let There Be More Light”, non più disordinato e apocalittico, all’ipnotica Remember a Day, fino al viaggio affascinante ed esoterico di Set The Controls For The Heart To The Sun. Dalla stralunata e crepuscolare Corporal Clegg alla tenera See-Saw, prima della title-track in cui forse si riassume tutto il trapasso dei Pink Floyd. Dodici minuti di audace avanguardia psichedelica, che alternano terrore e misticismo. Da un inizio caotico, ad un finale limpido e meraviglioso.
IL COMMIATO A SYD BARRET
Ed infine, il commiato di Syd a quella che era stata una sua creazione: “E non sapevo che la luna potesse essere così triste. E vi sono grato per aver gettato via le mie vecchie scarpe, e avermi portato qui vestito di rosso, e mi chiedo chi stia scrivendo questa canzone”. Barrett lasciò ufficialmente il gruppo il 6 aprile 1968. I suoi comportamenti stravaganti ed imprevedibili, in studio come sul palco, era diventati un ostacolo all’ascesa della band verso il successo. Ed il senso di colpa per la “cacciata” di Syd rappresenterà l’architrave per la costruzione di alcuni dei più grandi dischi che la band avrebbe composto in futuro.
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