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ESCLUSIVA – Silvia Mezzanotte “L’impossibile può diventare una sfida interessante.”

Il tempo di un paio di squilli e il volto di Silvia Mezzanotte mi compare sullo schermo del cellulare. La classe è quella di sempre, quella che la accompagna in ogni performance televisiva o nei concerti dal vivo, ma c’è un sorriso che profuma di accoglienza, di cordialità. Storce un po’ le labbra nel momento di fronte al mio utilizzo del voi. “Dammi del tu, sono una persona estremamente socievole. Amo scherzare e mi piace relazionarmi con le persone, non mangio nessuno, stai tranquillo.”

Prima di iniziare l’intervista, mi dice di essere felice perché impegnata su diversi fronti lavorativi. “Odio stare con le mani in mano” rivela “sono in continuo movimento, sono piuttosto camaleontica.”

Iniziamo l’intervista con una piccola domanda introspettiva: chi è Silvia Mezzanotte?

(Ci pensa un attimo su) Allora … una donna ottimista, sempre proiettata verso il domani e poco propensa ai rimpianti e alle lamentele. Soprattutto una persona stabile, sulla quale poter contare. Sempre.

Quando hai capito che la musica avrebbe avuto un ruolo predominante nella tua vita?

Avevo 5 anni quando ho dichiarato solennemente che sarei diventata una cantante… poi ho impiegato molti anni ad uscire dal guscio di una timidezza devastante, ma credo di aver cominciato a cantare prima che a parlare (sorride).

Hai preso parte a “Music Farm” e a “Tale e quale show”, due spettacoli basati sul canto e sulla musica, in generale. Se ti proponessero di partecipare a uno dei tanti reality show che imperversano nella tv italiana, accetteresti? E, in caso affermativo, quale ti incuriosisce di più?

Non dico mai di no per principio: ho imparato che, nel tempo, le cose cambiano e ciò che ti sembrava impossibile in un secondo tempo può diventare una sfida interessante. Al momento però non sono interessata a partecipare a trasmissioni televisive che non ruotino intorno alle mie competenze musicali. 

 

Rigida? No, semplicemente sicura di sé. Ha degli obbiettivi nella vita da inseguire e si impegna affinché diventino realtà.

E a proposito di Reality: hai una carriera molto lunga, fatta di sacrificio, studio e tanta gavetta. Quest’ultimo è un termine che sembra essere scomparso dal vocabolario delle nuove generazioni: allo stato attuale, se partecipi a uno show in cui spali la neve sul K2, dopo l’eliminazione reciti in dieci film o pubblichi un cd. Qual è la tua idea al riguardo?

Secondo me resta in piedi, nel tempo, solo chi ha radici forti. Ho visto così tanta gente perdersi nel vuoto … gente che continua a seguire quell’unico cd pubblicato… sono pochissimi quelli che rimangono. L’occasione di successo diventa fondamentale solo se poi c’è dietro la volontà di studiare e di prepararsi con umiltà alle sfide che la vita, quella vera, non un reality, ti impone ogni giorno. Per gli altri, i più, passato un anno torna un silenzio assordante. 

 

Quanta amarezza nelle sue parole … la corsa al successo è un sogno. Il piccolo momento di popolarità può capitare a chiunque, certo, ma mantenere la fama richiede costanza e talento. Spesso, si ha l’impressione che molti sottovalutino i no o le porte chiuse in faccia. Anche quelle, di sicuro, fanno parte della vita e aiutano a renderti più forte.

Verso la fine degli anni ’90 Silvia Mezzanotte diventa la (splendida) voce dei Matia Bazar …

Un marchio di fabbrica di cui vado fiera, per tutte le esperienze umane e artistiche che ho avuto modo di condividere e per le bellissime canzoni che ho contribuito a realizzare, che costituiscono una tradizione da continuare a perpetrare con orgoglio.

 

Un ricordo importante nella memoria collettiva. La serenità e l’amore con cui pronuncia queste parole mi dà la conferma di ciò che avevo intuito: Silvia Mezzanotte ha una stima degli incontri che ha fatto e delle esperienze vissute. Tutto ciò che è stato di lei, del suo passato, l’ha portata a essere l’artista (e la donna) che è ora.

 

Nel 2006 esce il tuo primo album da solista, “Il viaggio”, che ti porta in tournée in giro per l’Italia per diversi mesi. Cosa ha rappresentato per te questo progetto discografico?

Il primo cd con un linguaggio totalmente al femminile, in cui mi sono preoccupata soprattutto di cantare testi importanti, con credibilità e spessore, e un po’ meno del virtuosismo vocale di cui sono dotata.

“Lunatica” è del 2008. Un album che ti dona tante soddisfazioni, compreso un ingresso trionfale nella top 30 della classifica Fimi. Cambi di nuovo stile, da grande artista camaleontica quale sei. Il pubblico, caso più unico che raro, si evolve con te, con le nuove sonorità che abbracci. Quanto è importante questa forma di empatia che si viene a creare con i tuoi fan?

Lo scopro soprattutto nei live, quando riconosco negli sguardi della gente il peso dei problemi portati da casa. È bello vederli alleggeriti, sul finale, quando l’unico desiderio è quello di abbracciarmi. 

 

Ci sono stato anche io, spesso, tra quegli spettatori. Le sue non sono parole di circostanza: l’ho vista sorridere, chiacchierare, scherzare, fare foto con tutti, per molto tempo al termine di ogni concerto.

Silvia Mezzanotte è una stimata e apprezzata insegnante di canto. Qual è l’insegnamento principale che dà ai suoi allievi?

L’umiltà. Accolgo i loro sogni con affetto, fornisco un bagaglio di competenze tecniche e umane che permetta di essere preparati alla possibilità che passi il treno della fortuna, ma non nascondo mai la fatica, il sudore e la necessità di studiare tanto, e di non smettere mai. 

C’è una querelle tra gli acquirenti di dischi: ci sono i puristi, che sottolineano quanto per loro sia fondamentale la tecnica. Altri, invece, puntualizzano che la personalità sia l’unica cosa davvero importante. Quanto pesano, a tuo giudizio, queste due componenti nella formazione di un artista?

A mio parere l’una non può prescindere dall’altra: personalmente disprezzo l’uso dell’Autotune, che sopperisce con una macchina alla mancanza di intonazione, ma non posso non riconoscere a Ghali, per esempio, una grande personalità, e certamente un’ottima tecnica nella scrittura e nel rap. In generale su una buona base tecnica è più facile lasciare emergere la propria personalità.  

 

Una voce sublime e un rapper pazzesco, amatissimo dal pubblico: due mondi (apparentemente) lontani. Ne uscirebbe fuori un duetto davvero figo. Glielo dico e lei si trova d’accordo.

Hai una voce che non teme rivali, che offre il meglio durante le lunghe (e, talvolta, estenuanti) sessioni di concerti. Ci sono artisti che odiano cantare dal vivo, che preferirebbero lavorare solo ed esclusivamente in sala di incisione. Tu riusciresti a privarti di questa parte così importante del tuo lavoro?

Se potessi scegliere qualcosa di cui privarmi sarebbe certamente la dimensione social, che limiterei al minimo. Vorrei tornare al vecchio telefono, che serviva solo per chiamare casa. 

Mai rinuncerei invece alla dimensione live. Nei concerti mi esalto, mi metto in gioco e in discussione, mi metto sotto giudizio e sotto processo, e perdo spesso … ma vivo per questo. 

 

Si perde solo quando ci si mette alla prova, no? Il gusto di una vittoria è amplificato dall’amaro di qualche piccola delusione.

Sei da poco ritornata in Tv nel programma “All together now”. So che ti stai divertendo tantissimo, è vero? Puoi darci qualche succosa anticipazione?

Niente spoiler. Il divertimento è palpabile, ed io ringiovanisco di 5 anni ad ogni puntata. Sorprese, super ospiti, grandi voci e, soprattutto, il muro di 100 giudici canaglie che, pur avendo cento teste, in realtà ha una sola anima.

 

Da poche settimane hai regalato al pubblico “Aspetta un attimo”, un brano forte, intenso, molto radiofonico. Il video, diretto da Salvatore Billeci, è un piccolo gioiello. Ti piace girare i videoclip? Hanno una valenza commerciale, certo, ma sono delle piccole forme di arte che donano tridimensionalità a una canzone …

In questo caso sì perché l’idea del regista mi è piaciuta subito. Insieme abbiamo voluto realizzare quasi un corto, più che un videoclip, rinunciando alla patinatura in favore della verità. 

Silvia Mezzanotte e il teatro: da tempo porti in giro lo spettacolo “Regine” in cui omaggi le donne della musica. La musica è donna, lo sappiamo, ma se dovessi aggiungere al cast di “imperatrici” un solo “Re”, chi sceglieresti? Quanto è divertente e sperimentale, per un’artista, interpretare brani cantati originariamente da uomini?

La sperimentazione mi piace molto e la suggerisco sempre ai miei allievi. Sceglierei Frank Sinatra senza dubbio. 

Cosa dobbiamo attenderci da Silvia Mezzanotte nel futuro?

Non lo so… ho un sacco di progetti in mente… il 30 maggio è finalmente uscito il mio nuovo album “Aspetta un attimo”, con 11 canzoni d’autore. Un album maturo, vero, che mi piace descrivere con una citazione di un bellissimo brano di Bertoli: con “un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro” – A muso duro.

E ora … Marzulliamo un po’: fatti una domanda e datti una risposta

“Silvia sei felice?”

“Non credo nella felicità nuda e cruda, credo in un atteggiamento positivo e propositivo, che ti permetta di cogliere anche nelle difficoltà nuove opportunità. Qualche volta, poi, per qualche momento, arriva la felicità … come ieri, per esempio, quando ho scoperto di essere entrata al primo posto nella classifica dell’airplay radiofonico con il mio ultimo singolo …”

 

Un successo meritato per chi, come lei, affronta le cose con estrema consapevolezza. Un’anima decisamente da scoprire, la sua.

 

 

Intervista a cura di Christian Coduto

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