Le canzoni hanno un potere: quella di scandire il tempo della vita di chi le ascolta. Provate a fare il nome di “Sotto il segno dei pesci“, o “Notte prima degli esami“, oppure ancora “Che fantastica storia è la vita” a uno dei presenti in sala: in lui si accenderà una piccola luce, che lo riporterà con il pensiero ad un momento preciso della sua vita.
Amori nati, amori mai corrisposti, tradimenti, ansia per un futuro incerto, giornate al mare, e chi più ne ha più ne metta: a sottolineare le sfumature c’è sempre una canzone.
“Sotto il segno dei pesci” non è soltanto un tour che mette al centro della sua scaletta l’album più importante della carriera di Antonello Venditti, riproposto per intero con il supporto della band originale, ma una serie di istantanee di una carriera trascorsa a far sognare diverse generazioni.
Lo si capisce guardando il pubblico presente al Palapartenope: c’è chi aveva vent’anni quando è uscito l’album e chi, invece, vent’anni li ha adesso.
La tappa partenopea della tournée di Antonello Venditti cade in un giorno speciale: 41 anni fa, infatti, veniva rapito Aldo Moro.
“Napoli è una città di vita, d’amore, di musica“, dichiara in apertura Venditti, che dedica il concerto ai suoi amici Pino Daniele e Lucio Dalla – più napoletano di tanti napoletani, e soprattutto a Diana Olano, che se non avesse avuto un incidente stradale non avrebbe perso questo appuntamento.
Tanti classici, certo, come “Giulio Cesare” o “Notte prima degli esami“, ma altrettante canzoni che non venivano eseguite live da un po’ e che, per ammissione dello stesso Venditti, andavano suonate già da prima. È il caso di “Lilly”, struggente ballata che vede come protagonista una ragazza tossicodipendente realmente conosciuta da Antonello, e “Compagni di Scuola”.
Storie di vita, dicevamo, come quelle dei protagonisti che s’incrociano sulle note di “Bomba o non bomba”, partiti da Bologna tra una festa e una piadina di periferia, passando per la radicale di Sasso Marconi, il partigiano di Roncobilaccio, l’intellettuale di Firenze e l’apoteosi di Orvieto; o quella di “Chen il Cinese”, che coltiva la marijuana in ricordo di lei, ma finisce per fare i conti con un assassino spietato chiamato eroina; di “Giulia”, simbolo di un femminismo che prende la propria rivincita sul sesso maschile; o quella di “Sara”, che per l’occasione indossa di nuovo lo stesso abito del 1978, dopo aver girato più e più volte lo Stivale con un abito completamente diverso; oppure ancora dell’uomo falco, una storia tutta italiana, in cui c’è chi riesce a pagare anche per andare in Paradiso.
Senza dimenticare, ovviamente, il caro amico “Francesco“, che Venditti raggiungerà la prossima settimana al Teatro Garbatella.
Chiuso il capitolo centrale, riguardante “Sotto il segno dei pesci“, una missione difficile – per ammissione dello stesso Venditti – “perché è una musica fisica, che fa male ai polmoni“, inizia una carrellata di successi, che va da “Dimmelo tu cos’è” ad “Alta Marea“, passando per “Dalla pelle al cuore“, “Che fantastica storia è la vita” – una canzone che resta, come è accaduto per “Sotto il segno dei pesci” – e “Unica“. Il finale, poi, è una scarica di energia pura, con “Benvenuti in Paradiso“, “In questo mondo di ladri“, prima di una commovente “Ricordati di me“.
Si chiude così un concerto “rituale”, in cui ogni canzone ha una sua storia precisa che la lega alle altre, e in cui, soprattutto, si sono incontrati i sogni e le emozioni di persone di ogni età.
“SOTTO IL SEGNO DEI PESCI” – LA SCALETTA
Ricordati di me
Dopo il debutto a Bologna e le tappe di Roma e Napoli, il tour “SOTTO IL SEGNO DEI PESCI” proseguirà il 22 marzo al Pala Alpitour di Torino, il 29 marzo al Mediolanum Forum di Milano, il 6 aprile al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 13 aprile al Palaflorio di Bari, il 18 maggio a Genova al Rds Stadium e il 25 maggio al Pala Barton di Perugia.