L’America nel suono magico del suo sassofono, la veracità di Napolinella sua voce. “A metà strada tra Napoli e il Bronx”: è così che suona James Senese.
Un suono rivoluzionario, in cui c’è una sintesi di linguaggi che lo rendono estremamente vero e, per questa ragione, sempre attuale. È questa l’essenza di James Senese. Provate ad ascoltare il primo disco di Napoli Centrale, mettetelo poi a confronto con quest’ultima registrazione: sembrano dischi usciti a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, e il tempo ha reso ancor più maturo il processo rivoluzionario del gruppo.
“Aspettanno ‘o tiempo” è un viaggio nella storia di un gruppo, Napoli Centrale, che ha segnato come nessun altro la storia della musica napoletana. Si parte con “ ‘ngazzato niro”, per poi fare il primo cambio di passo: “Hey James!”, in le tastiere e il sassofono tendono a sottolineare con delicatezza una sensazione di mancanza. “Cerco / sono solo / nel tramonto del mattino / io lo so che tu ci sei”.
“Mille poesie”, invece, è una dedica alla vita che trasuda ottimismo: insieme a “ ‘O sanghe”, è tratto dal ventesimo album firmato Napoli Centrale, che ha conferito al gruppo il premio Tenco come miglior album in dialetto.
“Napule è ‘na stella, a cchiù lucente è tutto ‘o munno, e tu me parle e Broadway. Addò me vuo’ purtà, je so nato cca e ‘cca voglio restà”
“Ll’America” è uno dei tre inediti del disco, un brano scritto da Edoardo Bennato, ricamato alla perfezione per raccontare la storia di James. Gli altri due inediti sono “Route 66”, raffinato brano strumentale che restituisce la sensazione di essere in un jazz club della Grande Mela, e “Dint ‘o core”, rilettura in lingua napoletana di “Manha de carnival”, un classico della musica sudamericana. Americano nel suono del suo sax, napoletano verace nelle parole e nell’anima, dicevamo: e i tre inediti esaltano questa caratteristica di James Senese e Napoli Centrale.
Tra inediti e rarità, però, non possono mancare brani come “Campagna”, “Acquaiuò, l’acqua è fresca?”, “Simme jute e Simme venute”, “Viecchie, mugliere, muorte e criature”, che hanno fatto la storia del gruppo.
Napoli Centrale, nella storia della musica napoletana, è sempre stata un’avanguardia musicale, e la registrazione di un album dal vivo riesce a trasformare ogni canzone in una sorta di jam session, in cui ognuno dei musicisti trova uno spazio netto e ben definito, mettendo forse ancor più in evidenza, rispetto a un album in studio, la sperimentazione del gruppo, grazie alla possibilità di aver reso immortale l’ “adesso e qui” che caratterizza i concerti di questo genere.
Chi tene ‘o mare…
James Senese, Ernesto Vitolo, Gigi De Rienzo e Agostino Marangolo, però, sono anche i musicisti che hanno composto la super band di “Nero a metà”, firmato, ovviamente, Pino Daniele. E James rende omaggio al suo fratelllo minore cantando “Chi tene ‘o mare”, un canto reso ancor più profondo e struggente dalla voce di Senese e dal suo sax capace di toccarti l’anima.
Tra groove e momenti toccanti, dunque, “Aspettanno ‘o tiempo” è il diario perfetto per celebrare i cinquant’anni di carriera di James Senese e Napoli Centrale, che raccoglie i brani che meglio rappresentano la rivoluzione attuata dal gruppo. La vera festa, però, è nella gioia e nella voglia di suonare ancora della band capitanata da Senese, pronta a scrivere altre pagine della storia della musica.
La prossima? Il 7 giugno allo Stadio San Paolo, per ricordare Pino Daniele, che proprio da Napoli Centrale partì come bassista e, inoltre, apriva gli show della band cantando le sue canzoni voce e chitarra, accompagnato talvolta dal sax di James. Da qui, poi, si partirà in direzione Arena Flegrea, con Enzo Avitabile e Luche, per iniziare un tour che lo porterà in giro per lo stivale intero. “Aspettanno ‘o tiempo”, che in realtà è quello che stiamo vivendo adesso.
Corrado Parlati